Israele valuta un cessate il fuoco unilaterale a Gaza. Da Hamas ok a tregua

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Funzionari dell'organizzazione islamista affermano alla Cnn che la tregua potrebbe essere "imminente". Netanyahu ha convocato il gabinetto di sicurezza per discutere - ed eventualmente votare - un possibile cessate il fuoco unilaterale. Inviati Palestina-Israele si accusano di genocidio all'Onu. Nella notte l'aviazione israeliana ha continuato a colpire infrastutture militari utilizzate da Hamas, razzi da Gaza

Si rincorrono le voci di una possibile tregua tra Israele e Hamas. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha convocato il gabinetto di sicurezza per discutere - ed eventualmente votare - un possibile cessate il fuoco unilaterale. Secondo al-Jazeera, Israele avrebbe già informato i mediatori egiziani che intende fermare l'operazione militare a Gaza. Un invito a deporre le armi è arrivato anche dagli Usa. "Israele ha il diritto di difendersi, ma ha raggiunto obiettivi militari significativi in risposta ai razzi lanciati da Hamas e ora è nella posizione di iniziare a ridurre le operazioni", ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Funzionari dell'organizzazione islamista di Hamas hanno confermato alla Cnn che il cessate il fuoco è "imminente". Intanto, il ministro degli Esteri palestinese Riad Al Malki e l'ambasciatore israeliano negli Usa e all'Onu Gilad Erdan hanno accusato i rispettivi Paesi di "genocidio" durante la riunione dell'Assemblea Generale. Nelle scorse ore, comunque, i raid israeliani e i lanci di razzi da Gaza sono proseguiti.

Oltre 230 vittime nel conflitto che va avanti da oltre 10 giorni

Il conflitto ormai va avanti da oltre dieci giorni. Nella Striscia le vittime, secondo il ministero della Sanità locale, sono salite dall'inizio delle ostilità a "227, di queste 64 sono bambini, 38 donne e 17 anziani". I feriti, secondo la stessa fonte, sono 1.620. Su Israele, nello stesso lasso di tempo, sono arrivati circa 4.000 razzi, intercettati al 90% dal sistema di protezione per la popolazione Iron Dome, mentre 610 sono ricaduti all'interno della Striscia, perché difettosi. Le vittime sono 12. Sul campo la situazione è pressoché immutata. I target continuano ad essere la rete dei tunnel di Hamas e della Jihad, soprattutto nel nord della Striscia, e l'eliminazione dei capi e dei quadri delle due fazioni. I razzi da Gaza hanno bersagliato le zone israeliane attorno alla Striscia e poi le città del sud - soprattutto Ashkelon, Ashdod, Beer Sheva e villaggi beduini del Negev - dove la popolazione da più di una settimana è costantemente nei rifugi. Sirene di allarme sono risuonate anche nella città israeliana di Sderot, a nord della striscia di Gaza, ed in un alcune località vicine. Netanyahu ha detto al ministro degli Affari esteri tedesco Heiko Maas che uno dei droni esplosivi abbattuto dall'esercito nei giorni scorsi nel nord di Israele, al confine con la Siria, era iraniano. Secondo il premier, il drone - colpito nei pressi della città di Beit Shean - era stato lanciato contro Israele dalla Siria o dall'Iraq. Nella notte l'aviazione israeliana ha continuato a colpire "obiettivi terroristici" e altre infrastrutture militari utilizzate da Hamas. Un portavoce militare dalla Striscia fa sapere che gli ultimi attacchi da Israele si sono concentrati sul "Metro", la grande rete di tunnel e bunker costruita da Hamas sotto al tessuto urbano di Gaza. Colpite anche la casa di un comandante militare, una fabbrica di armi e rampe per il lancio di razzi.

 

An Iron Dome aerial defence system battery is seen in the foreground (L) as fire rages early on May 12, 2021 at Ashkelon's refinery, which was hit by Hamas rockets the previous day, in the southern Israeli city. - Intense fighting between Palestinian militants and the Israeli army continued overnight, after Israel's prime minister warned the Hamas movement that they will pay a "heavy price" for firing rockets from Gaza into Israel. (Photo by JACK GUEZ / AFP)

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Il lavoro della diplomazia internazionale

Anche se una tregua sembra sempre più vicina, per ora la posizione ufficiale di Israele è di andare avanti nell'operazione 'Guardiano delle Mura'. Una mossa ribadita dal premier israeliano agli ambasciatori stranieri convocati ieri al ministero della Difesa ai quali, ancor prima della perentoria telefonata da Washington di Biden che ha chiesto una "significativa de-escalation", aveva spiegato che malgrado gli appelli della comunità internazionale lo Stato ebraico non "sta con il cronometro in mano sulla tregua". Per riportare la calma, ha ribadito loro Netanyahu, ci sono solo due strade: "O l'occupazione di Gaza oppure creare un deterrente, ed è quello che stiamo facendo adesso. Criticare Israele per le sue attività è assurdo, è il record dell'ipocrisia e dell'idiozia, non fa altro che incoraggiare i terroristi". Quello di Biden è stato il quarto intervento in pochi giorni: il presidente Usa ha spinto per una rapida chiusura del conflitto, pur schierandosi pubblicamente a fianco dell'alleato contro la pioggia di razzi arrivati dalla Striscia. Nonostante il braccio di ferro in cui non è difficile cogliere l'irritazione di Biden, gli Usa hanno tuttavia deciso di non appoggiare la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu elaborata dalla Francia per un cessate il cessate il fuoco tra Israele e Hamas.

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