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Sofagate, l’Ue: "Non si ripeta più". La Turchia: "Rispettato protocollo standard"

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Non si placano le polemiche dopo che durante l'incontro con Erdogan la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è stata fatta sedere su un divano e non accanto al leader turco, insieme al presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Nel 2015 Juncker e Tusk vennero fatti accomodare su due poltrone equidistanti

Il governo turco fa sapere di aver “rispettato il protocollo”, ma l’Ue si augura che un fatto del genere “non si ripeta in futuro". Non si placano le polemiche sull’incidente diplomatico che ha visto coinvolti il presidente Recep Tayyip Erdogan e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e che, sui social, è stato ribattezzato come “sofagate” (VIDEO). Un caso che sembra aver fatto passare in secondo piano lo stesso incontro di Ankara organizzato proprio per distendere la frequente tensione fra la Turchia e l’Unione europea. Il presidente del Consiglio Mario Draghi: "Non condivido il comportamento di Erdogan nei confronti della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Non condivido assolutamente Erdogan, credo che non sia stato un comportamento inappropriato, mi è dispiaciuto moltissimo per l'umiliazione che la presidente della Commissione Europea ha dovuto subire".

Sofagate, cosa è successo ad Ankara

Durante la visita della delegazione Ue nella capitale turca, martedì 6 aprile, nel palazzo presidenziale di Ankara il leader di casa Erdogan ha fatto sedere accanto a lui il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, lasciando su un divano Ursula von del Leyen. Un video ha ripreso la scena e l'evidente sorpresa di von der Leyen che, allargando le braccia, ha mostrato un certo disappunto. La presidente della Commissione Ue ha preso posto sul divano alla destra dei due interlocutori, entrambi con alle spalle le bandiere di Ue e Turchia. Di fronte a von der Leyen un altro sofà occupato dal ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. Nelle due ore di colloqui von der Leyen non ha esitato a sottolineare che "la Turchia deve rispettare i diritti umani", dicendosi "molto preoccupata dal ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul" contro la violenza sulle donne.

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L'incontro fra i leader Ue Ursula von der Leyen, Charles Michel e il presidente turco Erdogan - ©Ansa

Lo stupore di von der Leyen, critiche anche a Michel

Lo stupore della presidente è stato confermato dal portavoce della Commissione, Eric Mamer, secondo cui von der Leyen ha però "preferito dare priorità alle questioni di sostanza rispetto al protocollo", perché è più importante "far avanzare un processo politico fra l'Ue e la Turchia". È chiara l'attenzione a non aumentare la tensione, ma il portavoce ha precisato che l'esecutivo europeo "si aspetta di essere trattato secondo il protocollo adeguato" e che "saranno presi contatti con tutte le parti coinvolte perché non si ripeta in futuro". Le critiche per ciò che accaduto durante la visita della delegazione europea ad Ankara non hanno toccato soltanto Erdogan, ma anche il il presidente del Consiglio Ue Charles Michel criticato per non aver mosso alcun appunto.

La Turchia: “Seguito protocollo standard”

La Turchia però ha spiegato che "durante la visita è stato seguito il protocollo standard. La presidente della Commissione europea non è stata trattata in modo diverso. Né la delegazione Ue ha chiesto una diversa disposizione. In questa situazione, ci saremmo aspettati che i due ospiti si fossero accordati tra loro”. Sulle polemiche è intervenuto anche il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, presente alla visita dei leader Ue insieme al capo dello stato Recep Tayyip Erdogan. "Ci sono accuse ingiuste nei confronti della Turchia. Non è la prima volta che accogliamo un ospite straniero. Durante l'incontro è stato rispettato il protocollo. Le unità" responsabili del protocollo di Turchia e Ue "si sono incontrate prima della visita e le loro richieste sono state soddisfatte", ha detto il capo della diplomazia di Ankara in una conferenza stampa con il suo omologo del Kuwait, Ahmad Nasser Al Mohammad Al Sabah.

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Nel 2015 i leader Ue dell'epoca, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, vennero fatti accomodare in due poltrone ai lati di Erdogan - ©Ansa

Il protocollo e i precedenti

Formalmente, fra i dignitari in trasferta il protocollo europeo dà precedenza al presidente del Consiglio europeo rispetto alla Commissione. C’è però un precedente del 16 novembre 2015: in un incontro allo stesso livello, non come quello di martedì, nel faraonico palazzo presidenziale di Ankara ma nella hall di un hotel di Antalya, a margine del G20 presieduto dalla Turchia, entrambi i leader Ue dell'epoca, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, vennero fatti accomodare su due poltrone equidistanti ai lati di Erdogan. "Soprattutto negli ordinamenti autoritari il protocollo è strumento di comunicazione dei leader", sottolinea Massimo Sgrelli, ex capo del cerimoniale di Palazzo Chigi, secondo cui il belga Michel "avrebbe potuto cedere il posto a von der Leyen”. Tra i precedenti scivoloni nella storia della diplomazia, si ricordano anche Mao Zedong che nel '58 ricevette in piscina Nikita Krusciov, incapace di nuotare (ma il russo ribaltò la situazione: mollò i braccioli e si mise seduto sul bordo guardando il cinese dall'alto in basso), ai cani con cui Vladimir Putin accoglieva Angela Merkel pur sapendo quanto la cancelliera tedesca li temesse.

Le reazioni

"Protocollo è Politica", ha twittato il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola, condividendo l'opinione di un veterano della politica internazionale come il tedesco Wolfgang Ischinger, ex ambasciatore negli Usa. Mentre per il segretario Pd Enrico Letta "la sedia di von der Leyen diventa la bandiera dei valori europei e la vergogna di Erdogan". Dal governo italiano ha reagito anche il ministro Mara Carfagna: "La mancanza di rispetto" del leader turco "è un'offesa all'Europa e alle sue istituzioni". Parla di fatto "vergognoso" la presidente del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento Ue, Iratxe Garcia Perez, così come il Ppe. Toni ancora più duri sono usati dai leghisti: "È ora che Bruxelles stacchi la spina dei negoziati e delle trattative con il dittatore". Anche per Giorgia Meloni si tratta di "un affronto senza precedenti". Ma "ci lascia senza parole - ha notato la presidente di Fratelli d'Italia e dei Conservatori europei - il comportamento di Michel, che non ha fatto nulla per impedire questo oltraggio e si è piegato al diktat islamista di Ankara".

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