Giordania, complotto contro il re. Il principe Hamzah: "Resterò fedele a Sua Maestà"

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Accusato di tramare contro il fratellastro, re Abdallah II, in una registrazione audio postata sul social il principe aveva attaccato: "Non obbedirò quando mi dice che non sono autorizzato ad uscire, a twittare, a comunicare con le persone e che mi è permesso solo vedere la mia famiglia”. Poi l'intervento del sovrano: "La questione del principe sia risolta in famiglia". La portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna: "L'Ue sostiene pienamente il monarca e il suo ruolo di moderazione nella regione"

Il principe Hamzah di Giordania, accusato di complotto contro il fratellastro e re Abdallah II, ha promesso di restare “fedele all'eredità dei miei antenati, a Sua Maestà (il re) e al suo principe ereditario e mi metterò a loro disposizione". Lo ha scritto il principe in una lettera, secondo una nota di palazzo reale. Una notizia che arriva dopo che il re aveva imposto la linea della mediazione sul caso del principe, spiegando che la questione deve restare nella "famiglia hashemita": Hamzah infatti in una conversazione diffusa su Twitter aveva annunciato che non si sarebbe arreso e che non avrebbe "obbedito" agli ordini militari, portando così davanti al pubblico lo strappo con la famiglia reale.

L'audio di Hamzah

Il principe - che in altri video aveva subito difeso la propria condotta a fronte della "corruzione e dell'incompetenza" in cui, a suo dire, si trova il Paese - ha detto in un audio, trasmesso nella notte fra domenica e lunedì, di non voler provocare ora "una escalation". Al tempo stesso ha affermato con forza che "ovviamente" non avrebbe obbedito agli ordini impartiti dal capo dell'esercito generale Youssef Huneiti che gli aveva intimato di non essere "autorizzato ad uscire, a twittare, a comunicare con le persone" e che gli è permesso "solo di vedere la famiglia". "Penso - ha denunciato nel messaggio su Twitter - che sia un po’ inaccettabile". A difesa di Hamzah sono scese in campo la madre, la regina Noor, quarta moglie (di origine americana) del defunto re Hussein, e la moglie principessa Basmah Bani Ahmad. "Una calunnia malvagia" ha bollato su Twitter le accuse la regina Noor aggiungendo di pregare che "la verità e la giustizia prevalgano".

Jordan's King Abdullah II reviews a Honor Guard during a ceremony held in Amman on May 25, 2019, to celebrate the country's 73th Independence Day. (Photo by Khalil MAZRAAWI / AFP)        (Photo credit should read KHALIL MAZRAAWI/AFP via Getty Images)

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Secondo l'agenzia Petra, Re Abdallah ha deciso "di affrontare la questione del principe Hamzah bin Hussein nell'ambito della famiglia hashemita" affidando questo incarico a suo zio, Hassan bin Talal. Il principe Hamzah, riporta Petra, ha "confermato di aderire all'approccio della famiglia hashemita e al percorso" individuato dal sovrano. 

Ue sostiene Abdallah II e suo ruolo moderazione

"L'Unione europea segue da vicino i recenti eventi in Giordania. L'Ue e la Giordania hanno una partnership forte e solida. Continueremo a supportare la Giordania e il suo popolo. L'Ue sostiene pienamente il re Abdallah II e il suo ruolo di moderazione nella regione", ha detto la portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna, Nabila Massrali, su Twitter. Lo stesso il presidente Abu Mazen: "L'intero mondo, senza eccezioni" si schiera "a fianco di Sua Maestà", ha detto l'esponente palestinese che proprio oggi ha fatto tappa ad Amman, prima di recarsi in Germania per visite mediche definite "di routine".

Il complotto e gli arresti

La vicenda del complotto contro re Abdallah ha incupito ancora di più la Giordania, già in una difficile situazione economica aggravata da una seria diffusione del Covid. Gli arresti di 14-16 persone, oltre 2 importanti dignitari di corte e il presunto coinvolgimento di Hamzah, hanno scosso Amman e si sono riverberati oltre i confini nazionali. L'atto di accusa pronunciato dal vice premier (e ministro degli Esteri) al-Safadi per spiegare l'intervento anti complotto ha messo in risalto "contatti con entità straniere". Inoltre - ha specificato al-Safadi - Hamzah ha "distorto i fatti" e cercato di mobilitare "leader dei clan" contro il governo. Poi l'accusa a Basmah, la moglie del principe: ha avuto contatti con "una persona con collegamenti a servizi di sicurezza stranieri". La persona in questione - ha riportato il sito Walla - è l'imprenditore israeliano Roy Shaposhnik che, tuttavia, ha smentito ogni sua appartenenza al Mossad e ha ammesso solo di aver proposto al principe, come amico di famiglia di vecchia data, un aereo per far uscire fuori del Paese la moglie e i figli.

L'ex erede al trono e le critiche alla corruzione

Hamzah è figlio della regina Noor (di nascita americana), quarta moglie del defunto re Hussein ed è quindi fratellastro di Abdallah II che invece è figlio della regina Muna (di nascita britannica), seconda moglie dell'ex monarca. Hamzah - nato nel 1980 - fu nominato da Abdallah Principe della corona nel 1999. Una posizione che ha ricoperto fino al 2004 quando Abdallah stesso ritornò sulla sua decisione. Di Hamzah i media hanno ricordato le critiche alla corruzione in Giordania. L'ex consigliere del re nonché ex ministro delle Finanze, Bassem Awadallah - con studi negli Usa e confidente di lungo corso del sovrano - è stato invece arrestato insieme a Sharif Hassan Ben Zaid, membro della famiglia reale ed ex inviato del re in Arabia Saudita. Arresti ai vertici dello Stato e di membri della famiglia reale sono rari in Giordania. Awadallah, che era stato uno dei promotori delle riforme economiche nel Paese prima di dimettersi nel 2008, ha subito a lungo la resistenza da parte della vecchia guardia. I potenti servizi segreti giordani, con una pervasiva influenza nella vita pubblica, hanno giocato un ruolo pubblico sempre maggiore da quando e' stata introdotta la legge d'emergenza all'inizio della pandemia l'anno scorso e che secondo molti gruppi di civici viola i diritti civili e politici.

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