Suez, Ever Given bloccata: arrivati altri 2 rimorchiatori. Al-Sisi: prepararsi a scaricare

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Il portacontainer che ostruisce la rotta marittima da martedì rimane incagliato. Proseguono le operazioni: si spinge l’imbarcazione mentre le draghe continuano ad aspirare la sabbia e il fango. Il presidente egiziano ha ordinato all'Autorità del Canale di prepararsi a scaricare i container qualora falliscano anche le ultime operazioni

La nave Ever Given che blocca il Canale di Suez da martedì è ancora incagliata. A sostegno dei 12 rimorchiatori impiegati finora, fra cui un paio definiti "giganti", ne sono sono arrivati nelle ultime ore altri due: uno olandese e l'italiano 'Carlo Magno. E si spera in una marea che possa sbloccare la situazione. Per alleggerire la nave e agevolare l'intervento dei rimorchiatori, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi in persona ha ordinato preparativi per scaricare i container: una fonte ufficiale delle operazioni venerdì aveva parlato della necessità di rimuoverne almeno 600, ma aveva avvertito che potrebbero volerci "giorni" Intanto è salito a 369, secondo la tv Al Arabiya, il numero delle imbarcazioni bloccate e l’armatore danese Maersk ha stimato che serviranno dai tre ai sei giorni per smaltire l'enorme ingorgo formatosi a causa dello stop.

Raccolti finora 27mila metri cubi di sabbia

Fonti citate dal giornale specializzato Lloyd's List hanno riferito comunque che l'ottimismo sta crescendo e si spera di muovere il portacontainer panamense "nelle prossime 24-48 ore". Nei lavori di dragaggio, si sono raccolti finora 27mila metri cubi di sabbia a una profondità che ha raggiunto i 18 metri. Il capitano di uno dei rimorchiatori ha assicurato che i tentativi nella notte fra sabato e domenica sono riusciti a spostare la prua della nave di 17 metri in direzione Nord, dove stava procedendo prima di urtare con una sponda.

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Cos’è successo

La nave Ever Given - battente bandiera panamense, gestita dalla compagnia taiwanese Ever Green e di proprietà della società giapponese Shoei Kisen Kaisha - martedì è finita di traverso nel Canale di Suez durante una tempesta di vento e sabbia e si è incagliata. Il passaggio è la rotta marittima più breve tra l'Europa e l'Asia: passano il 25% delle navi cargo e il 10% delle merci che attraversano i mari del mondo. Alcune imbarcazioni hanno già fatto rotta per il Capo di Buona Speranza, scegliendo di circumnavigare l'Africa invece di attendere lo sblocco del passaggio.

Le conseguenze sul commercio globale

Il gigante dei trasporti danese Mersk ha annunciato il coinvolgimento di 32 proprie navi e il dirottamento verso il capo di Buona Speranza di 15. La compagnia francese Cma-Cgm ha annunciato il cambio di rotta di due cargo diretti in Asia. Fra i segni dell'impatto della chiusura si segnala anche un razionamento dello già scarso carburante in Siria. Una stima indica in 9,6 miliardi di dollari al giorno il valore del traffico marittimo bloccato a Suez. Per l'Italia si tratta del 40,1% dell'import-export marittimo. In sosta c'è una miriade di tipi di merci: dai mobili Ikea al bestiame. L'ong 'Animals International' teme una potenziale "tragedia" per circa 130 mila animali, di cui comunque le autorità egiziane hanno mostrato di interessarsi inviando veterinari a bordo di cargo con pecore europee destinate a Giordania e Arabia Saudita.

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