La coalizione guidata dal Likud - che resta il primo partito - si fermerebbe sotto la maggioranza assoluta della Knesset anche se si alleasse con Naftali Bennett, ottenendo solo 60 seggi dei 61 necessari. Il premier uscente: "È una vittoria gigantesca"
Israele di nuovo senza una maggioranza chiara e con il rebus alleanze nelle quarte elezioni in due anni: è questo lo scenario che emerge dagli exit poll diffusi in serata, alla chiusura delle urne. Il Likud di Benjamin Netanyahu, resta il primo partito con 31 seggi ma nonostante il successo della campagna vaccinale non sfonda. Nel suo primo commento Netanyahu canta vittoria: "Ai cittadini di Israele dico grazie, mi avete un dato un grande successo. È stata una vittoria gigantesca per la destra e per il Likud. È chiaro che una netta maggioranza dei cittadini di Israele è di destra e vuole un governo di destra. E questo è quello che faremo". Dietro il Likud si piazza il centrista Yair Lapid con 16 seggi, mentre il suo ex alleato Benny Gantz risale fino a 8 seggi. Secondo Canale 12, il blocco della destra guidato dal premier non raggiungerebbe la maggioranza neanche se si alleasse con l'outsider Naftali Bennett di 'Yamina', fermandosi a 60 dei 61 seggi necessari.
Bassa affluenza
Il voto è stato contraddistinto dalla più bassa affluenza dal 2009: alle 20 era quasi il 5% in meno dello scorso anno. E sembra riguardare soprattutto il settore degli arabo-israeliani, che avrebbe registrato un circa 10% in meno. Per questo tutti i partiti - soprattutto quelli minori, sia a destra sia a sinistra, preoccupati di non oltrepassare la soglia di sbarramento del 3,25% - hanno esortato senza sosta la gente andare a votare. Lo Stato ha messo in campo tante risorse in quelle che sono state le elezioni più costose della storia di Israele per poter far votare anche le persone contagiate o in quarantena, ma anche nei seggi destinati ai malati di Covid e alle persone in isolamente l’affluenza è stata bassa, hanno riferito i media. A metà pomeriggio, i dati segnalavano che solo 1.200 malati su 6.700 avevano votato.
I partiti di centro all’attacco
Il giorno delle elezioni è stato caratterizzato anche da una forte drammatizzazione, soprattutto da parte delle formazioni di centro. "È il momento della verità - ha ammonito il centrista Yair Lapid, maggior avversario di Netanyahu -. Ci sono solo due opzioni: o un nostro governo o un governo oscurantista, pericoloso, razzista e omofobo che prenderà i soldi da chi lavora per darli a chi non lavora". Parole forti anche da Benny Gantz: "Andate a votare e scegliete Blu Bianco - ha detto l'attuale ministro della Difesa - perché altrimenti una quinta tornata di voto potrebbe non avere luogo. Avremo un nuovo tipo di governo".
Netanyahu al Muro del Pianto prima del voto
Netanyahu, che prima del voto insieme alla moglie Sarah è stato al Muro del Pianto a Gerusalemme, ha invocato la vittoria nel bigliettino infilato tra le sacre pietre e si è augurato la tornata elettorale fosse "l'ultima". "Non restate a casa - aveva esortato - andate a votare". La visita di Netanyahu al Muro del Pianto non è stata l'unica: anche Benny Gantz ci è andato. E i rabbini più schierati politicamente hanno invitato gli elettori ad andare alle urne. "Chi vota Shas (uno dei partiti religiosi) - ha predicato uno - è protetto dal Covid". Se i risultati reali confermeranno gli exit poll, la strada prima di vedere un nuovo governo israeliano resterà lunga e complicata, con le opzioni ancora tutte aperte.