Il primo genito di Carlo e Diana rompe il proverbiale silenzio e risponde alle accuse mosse dalla cognata e dal fratello durante l’intervista a Oprah Winfrey. E’ il primo a parlare davanti alle telecamere. La regina Elisabetta II aveva affidato il suo pensiero a un breve comunicato ufficiale di Buckingham Palace. Il Regno Unito è vittima di un vero terremoto che è anche politico e sociale.
Per anni li abbiamo visti camminare l’uno accanto all’altro, William e Harry, uniti prima dal dolore per la perdita della madre Diana e poi dal desiderio di dare a tutto quel dolore un senso. Li abbiamo sentiti parlare di disagio mentale, partendo dalla loro personale esperienza (e rompendo antichi tabù, come quello di una terapia psicologica), fino a farne una missione, forse la più sentita per entrambi: quella di sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sull’importanza della salute mentale. Da tutelare a qualsiasi età. Ora i due fratelli neanche si rivolgono la parola. E da parecchio tempo.
William: la mia famiglia non è razzista
Ironia della sorte, a distanza di pochi giorni dall’intervista di Meghan Markle e del principe Harry a Oprah Winfrey, nella quale la duchessa ha accusato di razzismo la famiglia reale e di essere rimasta sorda e inerte davanti alla sua intima sofferenza, William rompe il proverbiale silenzio reale (“never complain, never explain”, mai lamentarsi, mai spiegare) mentre fa visita con la moglie Kate a una scuola di east london, per parlare proprio di salute mentale.
“Ha parlato con suo fratello dopo l’intervista?”, gli chiede un giornalista. “Non ancora, ma lo farò”, risponde mentre se ne sta ormai andando. “Posso chiederle se la famiglia reale è razzista?”, gli chiedono ancora. William è già oltre, telecamere e microfoni sono alle spalle, ma l’erede al trono non ce la fa a non rispondere, si gira ed è lapidario: “la famiglia reale è tutt’altro che razzista”.
Il principe Carlo non risponde ai giornalisti, la regina si affida a un comunicato
Solo 24 ore prima, in un’altra visita ufficiale, il padre Carlo aveva eluso le domande dei giornalisti, ma aveva comunque elogiato la presenza di diversità tra il personale impegnato nella campagna di vaccinazione. La regina ha affidato il suo pensiero a 61 parole scritte in un comunicato, in cui si dice “addolorata” nell’apprendere la portata della sofferenza vissuta dalla nuora quando viveva a Londra. E sulle accuse di razzismo, “per quanto i ricordi possano variare” da una parte e dall’altra dell’oceano, assicura che la questione verrà affrontata. Privatamente. Concludendo poi che Harry, Meghan e Archie resteranno sempre membri “molto amati” della famiglia.
Un terremoto politico e sociale
Sarebbe un errore ritenere l’intervista della coppia reale un momento di puro gossip (visto da circa 12 milioni in Uk e almeno altrettanti negli Stati Uniti), per la sensibilità dei temi trattati. Qui, nel Regno Unito, ha provocato un vero terremoto: nella politica, nelle istituzioni, nella società. Ha costretto alle dimissioni uno dei giornalisti televisivi più famosi, Piers Morgan, ed è delle ultime ore anche il passo indietro di Ian Murray, direttore generale della Society of Editors: l'organizzazione di categoria degli editori di giornali. In un comunicato ufficiale Murray aveva definito "inaccettabili" la parole di Harry contro il notorio sensazionalismo dei tabloid britannici, definiti dal secondogenito di Carlo e Diana, "intolleranti e razzisti". Reazione criticata da più parti come una difesa d'ufficio indistinta e a prescindere, che ha costretto alla fine il manager alle dimissioni.