Ultimo giorno della visita di Bergoglio. Preghiera per le vittime della guerra e dei conflitti armati a Mosul: "Qui le tragiche conseguenze delle ostilità sono fin troppo evidenti”. Città blindata, così come la prima tappa della giornata, Erbil. Poi il Santo Padre si è spostato a Qaraqosh, per incontrare la locale comunità cristiana, e si è recato nuovamente a Erbil dove ha concluso il viaggio con un appello: "Chiedo a tutti voi" di "lavorare insieme in unità per un futuro di pace e prosperità"
"L'Iraq rimarrà sempre con me, nel mio cuore". Sono queste le parole di Papa Francesco, al termine della Messa ad Erbil, l'evento con cui si è concluso lo storico viaggio in Iraq del pontefice. "Chiedo a tutti voi" di "lavorare insieme in unità per un futuro di pace e prosperità che non lasci indietro nessuno e non discrimini nessuno", ha detto Bergoglio. "Prego", ha poi aggiunto, "che i membri delle varie comunità religiose, insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, cooperino per stringere legami di fraternità e solidarietà al servizio del bene comune e della pace".
La tappa a Mosul: "Esodo cristiani danno incalcolabile"
Questa domenica ha rappresentato il terzo giorno della visita in Iraq di Papa Francesco. Il pontefice, in mattinata, ha raggiunto Mosul, nel Nord del Paese e, nel corso del discorso a Hosh al-Bieaa, Piazza delle Chiese, dedicato alle vittime delle guerre e del terrorismo, Bergoglio ha detto: "Il tragico ridursi dei discepoli di Cristo, qui e in tutto il Medio Oriente, è un danno incalcolabile non solo per le persone e le comunità interessate, ma per la stessa società che si lasciano alle spalle. Un tessuto culturale e religioso così ricco di diversità è indebolito dalla perdita di uno qualsiasi dei suoi membri, per quanto piccolo. Come in uno dei vostri tappeti artistici, un piccolo filo strappato può danneggiare l’insieme”, ha aggiunto. In Piazza delle Chiese, dove si è svolta la preghiera, sono ancora visibili le macerie del conflitto. Mosul è stata blindata, con strade vuote e una massiccia presenza di militari.
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"Iraq culla civiltà, colpito da tempesta disumana"
Il Papa ha anche pregato per le vittime della guerra e dei conflitti armati. "Qui a Mosul le tragiche conseguenze della guerra e delle ostilità sono fin troppo evidenti. Com'è crudele che questo Paese, culla di civiltà, sia stato colpito da una tempesta così disumana, con antichi luoghi di culto distrutti e migliaia e migliaia di persone, musulmani, cristiani, yazidi che sono stati annientati" dal terrorismo "e altri sfollati con la forza o uccisi". "Oggi, malgrado tutto, riaffermiamo la nostra convinzione che la fraternità è più forte del fratricidio, che la speranza è più forte della morte, che la pace è più forte della guerra”, ha sottolineato Bergoglio. Il Pontefice ha quindi invitato a pregare per tutte le vittime della guerra ma "anche per tutti noi, perché, al di là delle appartenenze religiose, possiamo vivere in armonia e in pace, consapevoli che agli occhi di Dio siamo tutti fratelli e sorelle”.
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La visita a Qaraqosh
La tappa successiva, dopo Mosul, è stata Qaraqosh, una delle città cristiane più antiche e anche questa pesantemente danneggiata nel 2014 in seguito all'ascesa dell'Isis nella zona. Bergoglio ha incontrato la locale comunità cristiana. All'ingresso della chiesa, il Papa è stato accolto da Sua Beatitudine Ignace Youssif III Younan, Patriarca di Antiochia dei Siri, dall'Arcivescovo e dal Parroco, che gli hanno porto il crocifisso e l'acqua benedetta per l’aspersione. Papa Francesco ha ridonato alla Cattedrale di Qaraqosh un libro sacro, del XIII secolo, appartenente alla chiesa siriaco cristiana, salvato grazie all'astuzia di alcuni sacerdoti che lo hanno nascosto nel sottoscala, poi consegnato ai volontari e portato in Italia per essere restaurato. I volontari Focsiv lo chiamano il 'Libro profugo' perché è come "la condizione irachena costretta a fuggire dalle guerre e dalle devastazioni dell'Isis. Nel pomeriggio, dopo il rientro a Erbil, il Papa celebrerà messa nello stadio "Franso Hariri".
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