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Churchill, l'ospite scomodo nell'Ufficio Ovale della Casa Bianca

Mondo

Tiziana Prezzo

Durante le ultime amministrazioni americane, un busto del celebre statista britannico è entrato e uscito dalla stanza presidenziale più famosa al mondo, suscitando inevitabilmente reazioni a Londra. Involontariamente, è diventato il termometro delle relazioni tra i due Paesi. 

Sono anni che un fantomatico busto di Wiston Churchill non trova pace alla Casa Bianca. A seconda di chi diventa Presidente, entra ed esce dalla Stanza Ovale. E la cosa, nel Regno di sua maestà, la Regina Elizabetta II, non passa certo inosservata. Anzi. Ormai viene considerata una sorta di termometro sullo stato delle relazioni tra Downing Street e l'amministrazione americana di turno. (LO SPECIALE SULL'INSEDIAMENTO DI BIDEN)

 

L'arrivo di "Churchill" alla Casa Bianca

Il busto in questione fece il suo ingresso nell'ufficio più famoso al mondo durante la presidenza di George W Bush. Ci arrivò per mano dell'ambasciatore britannico nel luglio del 2001, ancora prima, quindi, che il premier britannico Tony Blair fosse ritratto nelle vignette satiriche come il cagnolino di Bush per il suo appoggio incondizionato alle guerre in Afghanistan e soprattutto in Iraq.

 

Il trasloco di Obama e l'ira di Johnson

Fece quindi scalpore, e suscitò l'indignazione dell'allora sindaco di Londra, Boris Johnson, la decisione del presidente Barack Obama, fervente sostenitore del "Remain" rispetto alla Brexit,  di spostare dall'ufficio a un'altra stanza il busto dello statista. Bojo, giornalista oltre che politico, scrisse un pezzo al vetriolo sul tabloid "The sun", attribuendo la ragione del trasloco alle origini del Presidente.  Alcuni sostengono che sia un affronto alla Gran Bretagna. Altri un gesto simbolico da parte di un presidente mezzo keniota con un'acestrale antipatia per l'impero britannico, di cui Churchill era un fervente difensore", scrisse.

La "relazione speciale" con Trump

Poi fu la volta di Donald J.Trump. Durante la sua visita a Washington, nel 2017, l'allora premier britannico Theresa May ringraziò il commander in chief per aver fatto tornare Wiston nell'ufficio. L'apprezzamento fu suggellato da una foto di entrambi davanti allo sguardo corrucciato dell'eroe della seconda Guerra Mondiale.  Un'accortezza, quella di Trump, però non particolarmente apprezzata dai britannici, o quanto meno dai londinesi, che nella capitale inglese accolsero "the Donald"  durante la sua visita con un dirigibile di un baby trump col pannolone, ora conservato a imperitura memoria nel museo di Londra.

 

Il momento di Joe e vecchi dissapori

Finita l'era trumpiana di grande o presunta (come ora si tende precisare) sintonia tra i leader dei due Paesi,  il busto ha di nuovo già lasciato la stanza ovale per volere di chi, ancora in qualità di candidato democratico alla presidenze, nel 2019 definì Boris Johnson "un clone fisico ed emotivo di Donald Trump".  Non va poi dimenticato che nel frattempo c'è l'omicidio dell'afroamericano George Floyd da parte di un poliziotto a Minneapolis e le proteste scoppiate in mezzo mondo organizzate dal movimento "Black Lives Matter".  Anche la statua di Wiston Churchill a Westminster, a Londra, fu imbrattata, in quanto simbolo di un passato imperialista e razzista da dimenticare. (COME E' CAMBIATO LO STUDIO OVALE CON BIDEN)

Una relazione da costruire

Segno dei tempi, questa volta l'inquilino di Downing Street, alla disperata ricerca di stabilire una relazione con il presidente Joe Biden  che al momento appare tutt'altro che speciale, ha deciso di fare ben altre considerazioni rispetto a quelle del passato. Meglio: le ha affidate al suo portavoce. "La stanza ovale è l'ufficio privato del Presidente e spetta a lui arredarlo come meglio desidera", la laconica dichiarazione rilasciata ai giornalisti.

 

Piccola curiosità: i busti di Churchill al 1600 di Pennsylvania Avenue sarebbero addirittura due. Il secondo sarebbe presente dagli ormai lontani anni Sessanta.

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