Vaticano, chiesta condanna 8 anni per ex presidente Ior Caloia

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L'ex dirigente è accusato con l'avvocato Gabriele Liuzzo di riciclaggio e peculato. Si sarebbero appropriati di gran parte del patrimonio immobiliare della banca "svenduto a loro stessi attraverso una complessa operazione di schermatura tramite società offshore e lussemburghesi". Confiscati complessivamente 57 milioni di euro dai loro conti

La condanna a otto anni per riciclaggio, autoriciclaggio e peculato è stata chiesta dal promotore di giustizia vaticano Alessandro Diddi per l'ex presidente dello Ior, Angelo Caloia e l'avvocato Gabriele Liuzzo, oltre alla confisca diretta dei 32 milioni di euro già sequestrati sui loro conti anche presso lo Ior, e la confisca per equivalente di altri 25 milioni di euro. È quanto riporta l'Huffington Post che sottolinea come sia "la prima volta che in Vaticano viene chiesto il carcere per un reato finanziario: gran parte della pena (6 anni) riguarda infatti il reato di riciclaggio e 2 anni per il peculato, per Caloia e Liuzzo padre". 

"Si appropriarono di gran parte del patrimonio immobiliare della banca"

La motivazione della richiesta di condanna per i due imputati è "essersi appropriati di gran parte del patrimonio immobiliare della cosiddetta banca vaticana, 'svenduto' a loro stessi attraverso una complessa operazione di schermatura tramite società offshore e lussemburghesi e dopo che il denaro ha girato per mezza Europa". Il quotidiano online precisa che "sono finiti nella loro disponibilità praticamente tutti gli immobili di proprietà dello Ior, in particolare appartamenti di pregio a Roma e Milano". Sei anni di carcere sono stati chiesti per il figlio di Gabriele Liuzzo, il professore Lamberto (per riciclaggio e autoriciclaggio). Al termine della requisitoria di Diddi, Pignatone ha annunciato che il Tribunale emetterà la sua sentenza il prossimo 21 gennaio 2021. 

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