Francia, cortei in tutto il Paese contro legge su sicurezza. Scontri a Parigi, 46 arresti

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Almeno 133mila i manifestanti scesi in piazza in 70 città per la Marcia delle libertà contro il nuovo provvedimento: criticato in particolare l’articolo 24 che vieta di fotografare e filmare poliziotti in azione. In contemporanea si sono svolte manifestazioni a Lione, Lille, Nantes, Rennes, Montpellier e almeno una decina di altre città. Diversi i feriti tra i manifestanti, tra cui una donna colpita alla testa, e tra gli agenti (almeno 37)

Sono 133mila le persone scese in piazza in Francia in 70 città diverse per la Marcia delle libertà, per protestare contro la nuova legge sulla "sicurezza globale" - e in particolare sull'articolo 24 (che deve ancora essere votato dal Senato) che vieterebbe di pubblicare foto e video di agenti in servizio al fine di danneggiare la loro "integrità fisica o psicologica" - ma anche contro le violenze della polizia negli ultimi giorni. Almeno 46mila i dimostranti a Parigi. Contemporaneamente si sono svolte manifestazioni a Lione, Lille, Nantes, Rennes, Montpellier. In piazza della Bastiglia, dove si è concentrata la maggior parte del corteo parigino, la polizia ha disperso con i cannoni ad acqua l'ala violenta dei manifestanti. 46 gli arresti. Le Parisien scrive che i 'casseurs' hanno saccheggiato un cantiere aperto nella piazza, dal quale hanno rubato barriere e attrezzi per utilizzarli contro gli agenti. Diversi i feriti tra i manifestanti - tra cui una donna colpita alla testa - e  tra gli agenti: almeno 37, riferisce su Twitter il ministro dell'Interno francese, Gerald Darmanin. Il ministro ha espresso "condanna" per "le inaccettabili violenze contro le forze dell'ordine".

Tensioni e scontri a Parigi

A Parigi e a Lille le forze dell'ordine hanno usato lacrimogeni contro alcuni gruppi di manifestanti che stavano lanciando oggetti contro gli agenti. In piazza della Bastiglia alcune persone hanno dato fuoco a un chiosco e a una caffetteria e hanno impedito per diverso tempo l'accesso alla piazza ai pompieri che avrebbero dovuto spegnere il rogo. In fiamme anche la facciata di una banca. L'atmosfera nella capitale è stata particolarmente tesa perché alla protesta contro la riforma, che limiterebbe la possibilità di diffondere immagini degli agenti, si è aggiunta la contestazione al prefetto di polizia di Parigi, Didier Lallement. Già sotto accusa per lo sgombero di un accampamento di migranti in Place de la Republique, Lallement ha visto crescere la rabbia nei suoi confronti in seguito al pestaggio del produttore di black music Michel Zecler, picchiato da alcuni poliziotti lo scorso fine settimana.

In testa i familiari di vittime di violenza della polizia

In testa al corteo a Parigi c'erano i familiari di alcune delle vittime di violenze della polizia. Campeggiavano striscioni che chiedevano il ritiro della legge, spesso con battute contro il famigerato articolo 24. "Sorridi, sei filmato!", si leggeva in un grande cartello portato da un gruppo di ragazzi sempre molto visibili. Di tanto in tanto, cori ostili alle forze dell'ordine, "Tutti detestiamo la polizia" il più gettonato.

Scontri a Bordeaux e Lione, alcuni feriti

Scontri tra manifestanti e polizia si sono verificati anche a Bordeaux e a Lione, dove migliaia di persone sono scese in piazza. A Bordeaux sono stati incendiati diversi arredi urbani, mentre a Lione è stato segnalato il ferimento di un poliziotto e di alcuni manifestanti. Diverse migliaia di persone hanno manifestato anche a Lille, dove hanno sfilato in diverse centinaia (1.400 secondo la prefettura e 4.000 secondo gli organizzatori): ha manifestato una folla compatta - studenti, liceali, qualche decina di gilet gialli, attivisti di France Insoumise, PCF e movimenti come Attac ed Extinction Rebellion. A Bordeaux si è trattato della più importante manifestazione nella città dalle proteste dei gilet gialli.

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Le critiche alla legge

Sono in tanti, dall'estrema sinistra di Jean-Luc Melenchon fino a diversi esponenti di spicco socialisti come l'ex presidente François Hollande, a chiedere oggi il ritiro della legge della discordia, che ha ormai innescato una vera crisi politica nel paese. Approvata in Assemblée Nationale la settimana scorsa, deve ora passare al Senato ma in molti premono per un ritiro dell'art. 24, quello che punirebbe con un anno di carcere e 45.000 euro di ammenda la diffusione di immagini di poliziotti o gendarmi in grado di danneggiare le persone immortalate. Per gli organizzatori della Marcia delle libertà, la legge "viola la libertà di stampa, la libertà di informare e di essere informati, la libertà d'espressione, insomma le libertà pubbliche fondamentali della nostra Repubblica". L'intento, per il governo, è di proteggere i poliziotti vittime di inviti all'odio e di minacce di morte sui social network. Il governo è ora a un bivio, con un ministro dell'Interno apertamente indicato come "ala destra", e due gravissimi casi di violenze documentate dalle immagini in una sola settimana - prima contro i migranti, poi contro l'indifeso produttore musicale nero - che hanno fatto precipitare la situazione. Emmanuel Macron ha parlato di "immagini della vergogna". Il governo è sotto pressione, anche dall'interno della maggioranza de La République en Marche, perchè elimini l'articolo 24. "Se oggi c'è una cosa da fare per salvare l'onore - ha detto l'ex presidente Hollande - non è mantenere questo testo, ma ritirarlo".

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