Mette Fredericksen per la prima volta si è scusata personalmente per la gestione della crisi degli animali abbattuti in massa dopo la mutazione del virus
Visibilmente commossa durante una visita a un allevatore di visoni a Kolding, nell'ovest del Paese, la premier danese Mette Fredericksen si è asciugata più volte le lacrime e per la prima volta si è scusata personalmente per la gestione della crisi dei visoni. La mutazione del Covid-19 riscontrata nei piccoli animali da pelliccia, in grado di incrinare l'efficacia dei futuri vaccini, ha spinto le autorità della Danimarca a decretare, ad inizio mese, l'abbattimento di massa di tutti i mammiferi allevati nel Paese pe la loro pregiata pelliccia. Ad oggi i due terzi dei 15-17 milioni di visoni danesi sono già stati uccisi. "Considero di dover presentare le scuse per lo svolgimento dei fatti. Non ho alcun problema a farlo: degli errori sono stati commessi" ha dichiarato Frederiksen all'emittente TV2 al termine della sua visita all'allevamento. Durante il suo intervento la premier danese si è interrotta più volte per fermare il pianto, definendo la sua visita "commovente".
In segno di solidarietà con gli allevatori, ancora sotto shock per l'uccisione dei visoni, ha sottolineato che "è importante ricordarsi che non è per colpa degli allevatori, ma del coronavirus se l'industria non
può continuare". Pochi giorni dopo la difficile decisione dell'abbattimento di massa, il governo aveva riconosciuto di non disporre di basi legali sufficienti per varare tale provvedimento. Un progetto di
legge è stato poi presentato in Parlamento per vietare gli allevamenti di visoni fino al 2022. Il ministro dell'Agricoltura si è scusato e ha rassegnato le dimissioni la scorsa settimana. Il ministero della Sanità ha poi annunciato che la minaccia potenziale per i vaccini umani si è "molto probabilmente estinta" in assenza di nuovi casi. Mutazioni del Covid-19 e contagi si sono registrati anche in Irlanda, che ha optato per la stessa soluzione della Danimarca, e ora anche in Lituania
mentre l'Ungheria ha vietato gli allevamenti.