Attacco a Tigré in Etiopia, massacro di civili: Onu chiede indagine

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Secondo Amnesty International centinaia di persone sarebbero state uccise con coltelli e asce nella città di Mai Cadera. A provarlo ci sarebbero foto e video di corpi sparsi per la città o trasportati su barelle. L'Alto commissario delle Nazioni unite per i diritti umani: "Se confermato, sarebbe crimine di guerra"

Centinaia di civili massacrati in un attacco del governo nazionale etiope alla regione del Tigré. L’accusa, pesantissima, arriva da Amnesty International ed è stata presa molto seriamente dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, che ha chiesto un'indagine completa sui possibili crimini di guerra nel Paese del Corno d’Africa. "Se fossero confermate come un'azione deliberatamente eseguita da una parte in causa nei combattimenti, queste uccisioni di civili sarebbero ovviamente crimini di guerra", ha detto Bachelet.

Offensiva partita il 4 novembre

Il 4 novembre il governo centrale dell'Etiopia ha lanciato un'operazione militare nella regione settentrionale contro il partito locale al governo, il Fronte di liberazione del popolo dei Tigré (Tplf), accusato di avere attaccato basi militari. È la prima volta che viene segnalato un gran numero di morti civili dall'inizio del conflitto tra il governo del premier Abiy Ahmed, premio Nobel per la Pace nel 2019, e il Tigray Peoples Liberation Front (Tplf). "Amnesty International può ora confermare che molte persone, probabilmente centinaia, sono state accoltellate o uccise con le asce nella città di Mai-Kadra (May Cadera), nella parte sud-occidentale della regione del Tigré in Etiopia, nella notte del 9 novembre", ha dichiarato Amnesty  in un comunicato precisando di aver "esaminato fotografie e video macabri che mostrano corpi sparsi per la città o trasportati su barelle".

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A migliaia in fuga verso il Sudan

Migliaia di persone fuggono dalla Regione riversandosi verso il Sudan, che ha annunciato la riapertura del campo profughi di Um Raquba, usato negli anni '80 per accogliere gli etiopi scappati dalla gravissima carestia che fece oltre un milione di vittime. Oltre 11mila hanno attraversato finora il confine tra i due Paesi. E l'Onu ha lanciato l'allarme per una "crescita brusca" degli arrivi. "Per alloggiare l'ondata di rifugiati in arrivo dall'Etiopia, abbiamo riaperto il campo di Um Raquba, costruito negli anni '80 e chiuso nel 2000", ha annunciato il governatore dello Stato sudanese di Gadaref, Ali Mohammad.

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Tolta l'immunità a decine di parlamentari tigrini

Intanto, il governo etiope ha esortato le forze dello Stato regionale dei Tigré ad arrendersi mentre i soldati federali combattono per prendere il controllo del territorio. La Bbc ha inoltre ricordato che il parlamento ha votato per togliere l'immunità a decine di parlamentari tigrini. Secondo alcune fonti, i combattimenti hanno causato la morte di centinaia di persone, di entrambi gli schieramenti. Il governo federale dell'Etiopia sembra fiducioso. Il ministro della Difesa, Kenea Yadeta, ha detto che non manca molto al processo contro i leader del partito di governo regionale, aggiungendo che sarà nominata un'amministrazione provvisoria nelle aree conquistate dai soldati federali. Il conflitto è divampato dopo mesi di tensioni tra potere centrale e locale.

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