Usa 2020, continua il silenzio di Trump: quali potrebbero essere le sue prossime mosse

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Il presidente uscente non concede ancora la vittoria a Biden e posta su Twitter brevi video di Fox News nei quali giornalisti della rete o rappresentanti repubblicani contestano l'esito del voto. E intanto valuta alcuni sgambetti per mettere in difficoltà il suo successore da attuare negli ultimi due mesi alla Casa Bianca

Donald Trump continua a esternare le sue reazioni alla sconfitta alle Presidenziali contro Joe Biden attraverso i social, pur rimanendo in silenzio. Il tycoon ha da poco postato su Twitter diversi brevi video di Fox News nei quali giornalisti della rete o rappresentanti repubblicani contestano l'esito del voto. Sotto a quasi tutte le clip postate Twitter ha inserito l'avviso: "Questa dichiarazione su una frode elettorale è contestata", che negli ultimi giorni è comparsa quasi sotto ogni post dell'ex presidente (LO SPECIALE USA 2020).

Il genero Kushner spinge per accettare la sconfitta

Trump resta quindi fermo sulla sua posizione, continua sulla sua linea di parlare di brogli da parte dei Democratici e non contempla di concedere la vittoria a Biden, nonostante il pressing portato avanti – afferma la Cnn - non solo dal genero consigliere Jared Kushner, ma anche dalla first lady Melania, che in queste ore gli stanno chiedendo con sempre più insistenza di accettare la sconfitta. Nel suo primo giorno da presidente uscente Trump è tornato su un campo da golf e tra una buca e l'altra ha valutato il da farsi negli 80 giorni che gli rimangono da qui al 20 gennaio, quando dovrà definitivamente lasciare l'incarico.

 

Monta il pressing su Trump perché riconosca la sconfitta

Anche un gruppo bipartisan di ex funzionari della Casa Bianca, tra i quali anche molti

rappresentanti repubblicani, ha esortato Trump ad ammettere la sua sconfitta in modo da consentire "che cominci immediatamente il processo di transizione post-elettorale". "È stata una campagna combattuta ma la storia è piena di esempi di presidenti che emergono da tale campagne accompagnando benevolmente i loro successori", si legge nella nota diffusa dal comitato consultivo del Center for Presidential Transition, una ong bipartisan. "Anche se ci saranno confronti nei tribunali che richiederanno un giudizio, il risultato è sufficientemente chiaro perché il processo di transizione possa ora cominciare", si legge ancora nella lettera pubblicata da Politico. Il documento è firmato da democratici ma anche repubblicani,
esperti di transizione: tra gli altri, il capo dello staff della Casa Bianca di George W. Bush, Josh Bolten, e l'ex governatore repubblicano dell'Utah, Michael Leavitt, oltre al capo dello staff dell'era Clinton, Thomas McLarty e il segretario al commercio di Obama, Penny Pritzker.

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Ancora nessun invito alla Casa Bianca per Biden

Al momento Trump sembra non avere intenzione di invitare alla Casa Bianca Biden, una prassi consolidata nei passaggi di consegne tra un presidente e altro. E non è chiaro se riconoscerà la sconfitta con un discorso pubblico e nemmeno se sarà presente nel giorno dell’insediamento di Biden, il 20 gennaio 2021.

Trump valuta sgambetti a Biden negli ultimi due mesi

E nei piani di Trump non c’è solo l'annunciata offensiva legale per mettere in discussione il risultato delle elezioni. Il tycoon valuta un'ondata di decisioni che mettano da subito in difficoltà chi lo sostituirà, degli sgambetti o ritorsioni da mettere in atto negli ultimi due mesi in cui sarà alla Casa Bianca. Una delle ipotesi più clamorose è la nomina di un procuratore speciale che indaghi sul caso di Hunter Biden, il figlio del presidente eletto che nell'ultima fase della campagna elettorale è finito nel mirino per i suoi affari in Ucraina e con la Cina.  

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Le possibili mosse di Trump 

Tra le ultime mosse di Trump da presidente potrebbe esserci anche il siluramento del ministro della giustizia William Barr e del capo dell'Fbi Cristopher Wray, per mettere al loro posto uomini di fiducia. Ma a essere licenziati potrebbero essere anche il capo del Pentagono Mark Esper, quello dalla Cia Gina Haspel, l’immunologo Anthony Fauci e il capo dei Cdc (la massima autorità sanitaria) Robert Redfield. Una resa dei conti anche per facilitare a tutti i livelli dell'amministrazione il varo di un fiume di norme e regolamenti last minute, provvedimenti mirati a proteggere il più possibile l'eredità trumpiana e gli interessi della sua famiglia. Trump dovrà però valutare con attenzione gli effetti delle sue prossime mosse in termini di rischi e di immagine, tenendo conto che la vita fuori dalla Casa Bianca sarà diversa e meno protetta dallo scudo dell'immunità, con diverse inchieste in corso che lo riguardano.  

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