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Usa 2020, per i risultati decisivo il voto postale: ecco come funziona

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©Fotogramma

Oltre 100 milioni di americani hanno votato per posta e le loro preferenze rappresentano la grande incognita di questa tornata elettorale. Questo sistema è utilizzato da anni in 34 Stati su 50 e consente a chi non può recarsi nel seggio di residenza di votare a distanza

Il voto postale rappresenta la grande incognita di questa tornata elettorale 2020 dalla quale uscirà il presidente degli Stati Uniti dei prossimi quattro anni. Sono oltre 100 milioni gli americani che hanno votato per posta. Questo sistema viene utilizzato ormai da anni in 34 dei 50 Stati Usa e consente alle persone che non possono recarsi al seggio di residenza di votare a distanza. Il voto per posta, che evita gli assembramenti ai seggi, si è reso ancor più necessario in questo particolare periodo in cui gli Stati Uniti e il resto del mondo stanno combattendo contro la pandemia da Coronavirus.

Un sistema di voto che risale alla Guerra Civile

Da anni in 34 Stati Usa si utilizza il sistema di voto per posta, senza la necessità di fornire particolari motivazioni. L'urgenza di incentivare ulteriormente il voto a distanza quest'anno è stata dettata, naturalmente, dall'emergenza sanitaria legata al Coronavirus e dalla conseguente necessità di limitare il più possibile gli assembramenti ai seggi. Solitamente, la scheda per votare a distanza deve essere richiesta, ma in alcuni Stati viene spedita, in ogni caso, a tutti gli aventi diritto. Nei 16 Stati rimanenti, in cui questa pratica non è abituale, il voto a distanza è limitato a persone che sono impossibilitate a spostarsi come malati, disabili e anziani. Il voto per posta è una pratica che risale addirittura ai tempi della Guerra Civile, in quanto era l'unico modo per consentire anche ai soldati impegnati al fronte di esprimere la propria preferenza.

Le peculiarità dei vari Stati americani

Il voto via posta è il metodo principale in cinque Stati: Hawaii, Utah, Colorado, Oregon e Washington. Diverso da Stato a Stato è anche il metodo di conteggio. In Pennsylvania (uno degli Stati potenzialmente chiave nella corsa alla Casa Bianca 2020, ad esempio, si potranno continuare a conteggiare i voti per posta fino a tre giorni dopo l'Election day. L'unico requisito è che le schede siano state spedite entro il 3 novembre. In North Carolina, invece, possono essere conteggiati i voti per corrispondenza ricevuti entro nove giorni dall'Election day. Il rischio, però, è che molte schede possano non essere conteggiate, tanto che la Speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha lanciato un appello agli americani a non spedire più schede per posta a ridosso del 3 novembre, perché non sarebbero arrivate in tempo.

Voto per corrispondenza alimenta lo scontro

Il voto per corrispondenza è un metodo che, secondo gli esperti, non solo viene utilizzato sempre più spesso, ma potrebbe diventare la norma. Già alla presidenziali del 2016 un quarto delle preferenze era stato espresso con il voto per posta e due anni più tardi, in occasione delle elezioni di metà mandato, la percentuale era cresciuta ulteriormente. Tuttavia, il voto a distanza in queste elezioni 2020 sta diventando uno dei principali terreni di scontro. A tal proposito, infatti, il presidente in carica Trump ha già promesso battaglia. "È pericoloso e terribile non conoscere il risultato delle elezioni nella notte elettorale", ha sottolineato il tycoon in riferimento alla decisione della Corte Suprema di consentire al North Carolina di poter conteggiare i voti per corrispondenza ricevuti entro nove giorni dall'Election Day purché abbiano il timbro postale. Al di là delle polemiche, è evidente che il voto per posta potrebbe avere un ruolo decisivo per un verdetto ancora incerto e che non è detto arrivi a breve.

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