Morto il presidente di Samsung Lee Kun-hee, aveva 78 anni

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Il numero uno dell'azienda coreana è deceduto a Seul dopo un ricovero ospedaliero durato anni a seguito dell'attacco di cuore che lo ha colpito nel 2014. L'annuncio è stato dato dalla società con una nota: "È stato un vero visionario, che ha trasformato Samsung da azienda locale in player innovatore e potenza industriale mondiale. La sua eredità sarà eterna"

È morto a 78 anni Lee Kun-hee, il presidente di Samsung. Il decesso è avvenuto in ospedale a Seul, dove l'uomo era ricoverato da lungo tempo dopo un attacco di cuore nel 2014. In una nota, la società coreana ha dato notizia della scomparsa di Lee Kun-hee ricordandolo come "un vero visionario che ha trasformato Samsung da azienda locale in player innovatore e potenza industriale mondiale. La sua eredità sarà eterna".

Gli esordi di Lee Kun-hee

Minore di tre fratelli, Lee Kun-hee aveva preso nel 1987 la guida del gruppo - fondato da suo padre per l'export di pesce e frutta - che era diventato già il primo campione industriale sudcoreano, con attività che spaziavano dall'elettronica di consumo all'edilizia e all'industria pesante.

NEW YORK, NY - AUGUST 7: Samsung Galaxy signage hangs on the ceiling during a launch event at Barclays Center on August 7, 2019 in the Brooklyn borough of  New York City. Samsung announced the Galaxy Note 10 and Galaxy Note 10 Plus smartphones and they will go on sale on August 23 starting $949. (Photo by Drew Angerer/Getty Images)

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"Cambiate tutto, tranne moglie e figli"

Lee Kun-hee è noto per una dichiarazione che risale al 1993 durante un evento aziendale a Francoforte, e che potrebbe rappresentare la sua visione del new management: "Cambiate tutto, tranne mogli e figli". Quel giorno, in Germania, l'imprenditore voleva spronare i dirigenti a battere nuove strade per reinventare l'azienda, nota all'epoca per i televisori a basso costo, puntando da visionario sulla tecnologia avanzata per stupire il mondo. Nel 2006 Samsung superò Sony diventando il leader nel mercato globale dei televisori. Cinque anni dopo scavalcò Apple, allora il più grande produttore di smartphone. E negli anni a seguire fu la volta di chip e schede di memoria, il vero traino della crescita impetuosa della conglomerata, in un settore dominato dalle corporation americane e giapponesi. Sotto la guida di Lee Kun-hee, Samsung ha visto il suo fatturato crescere fino a superare i 200 miliardi di dollari e valere da sola un quinto del Pil della Corea del Sud, nonché il 20% del suo export.

Lee Kun-hee
Lee Kun-hee - ©Ansa

L'impegno per far crescere la Corea del Sud 

Lee Kun-hee ha svolto un importante ruolo anche per il ritorno della Corea del Sud nella comunità internazionale dopo la dittatura militare e l'arrivo della democrazia, suggellato dalle Olimpiadi estive di Seul del 1988. Poi i mondiali di calcio del 2002 co-ospitati con il Giappone e l'impegno profuso nel Cio per avere i Giochi invernali di Pyeongchang del 2018. Dopo l'infarto del presidente della Samsung, il timone dell'azienda è passato a suo figlio Lee Jae-yong. Nonostante lo stile di vita solitario e il soprannome di "re eremita", Lee Kun-hee ha dovuto fare i conti con scandali finanziari e corruzione per l'oscuro intreccio con la politica, ricevendo due condanne per reati di vario tipo. Samsung e le altre chaebol, accusate di essere uno Stato nello Stato, hanno guidato la trasformazione della nazione risollevatasi dalle rovine dalla Guerra di Corea (1950-53) fino a diventare la dodicesima economia più grande al mondo (destinata quest'anno - secondo le stime dell'Ocse, anche per l'effetto della pandemia del Covid - a salire al nono posto).

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