Berlino riceve Tikhanovskaya e ne accoglie l'appello per contrastare le pressioni di Vladimir Putin, alleato storico di Alexander Lukashenko. Anche il dissidente Navalny, sopravvissuto all'attentato, torna a contestare il Cremlino.
Da ormai nove settimane, migliaia di persone protestano in Bielorussia. Dimostrazioni pacifiche, contrastate dalla repressione dura del governo di Alexander Lukashenko. Continuano le marce di massa, ma resta disattesa la richiesta di nuove elezioni democratiche.
Nel frattempo, la leader dell'opposizione in esilio, Svetlana Tikhanovskaya, ha incontrato a Berlino la cancelliera Angela Merkel. L'ex candidata alle presidenziali ha respinto le ingerenze della Russia di Vladimir Putin, alleato dell'autocrazia di Minsk, ribadendo che la crisi politica è un affare interno al Paese.
Putin è chiamato in causa anche da Alexei Navalny: sopravvissuto all'attentato, il principale oppositore dello "zar" attacca il Cremlino dalle colonne della Bild. Nell'intervista, denuncia come sia in calo il consenso attorno al presidente e ricollega anche alle manifestazioni in Bielorussia - oltre a quelle a Khabarovsk, vicino al confine con la Cina - il tentativo di omicidio cui è sfuggito, salvato da medici tedeschi.
La Germania ha accolto l'appello dell'opposizione bielorussa: la stessa Tikhanovskaya, ricevuta in veste istituzionale, si è detta colpita dal supporto, per le sanzioni contro Minsk che Berlino ha caldeggiato a livello europeo. Si chiede alla cancelliera di mediare eventuali trattative diplomatiche internazionali, in modo da controbilanciare le pressioni di Putin.