Navalny, Mosca respinge le accuse e solleva dubbi su provocazione occidentale

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Il Cremlino ha ribadito la sua estraneità al presunto avvelenamento del dissidente russo all'indomani delle accuse lanciate dalle cancelliera Angela Merkel. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha sostenuto che non ci sono i motivi per discutere di eventuali sanzioni a Mosca. Il caso sul tavolo della riunione del Consiglio del Nord Atlantico della Nato. L'Ue "si riserva il diritto di intraprendere azioni appropriate. Il governo russo indaghi a fondo e in piena trasparenza"

Sale la tensione tra Berlino e Mosca sul caso Navalny. Dopo le dichiarazioni di Angela Merkel sul presunto avvelenamento dell’oppositore russo e il ritrovamento di tracce di un agente nervino dell’era sovietica e la richiesta esplicita di spiegazioni rivolte alla Russia, arriva la replica del Cremlino che respinge le accuse al mittente. Le agenzie russe riportano le affermazioni del portavoce di Putin, Dmitri Peskov che sostiene di non vedere motivi per eventuali sanzioni contro la Russia. "Non capiamo quale potrebbe essere la ragione per eventuali sanzioni", ha detto Peskov. "Sceglierei le parole con attenzione quando si parla di accuse contro lo Stato russo perché non ci sono accuse al momento e non c'è motivo per accusare lo Stato russo", ha proseguito il portavoce di Putin precisando che a Mosca non sono "disposti ad accettare nessuna accusa a questo proposito". "Certamente - ha dichiarato - non vorremmo che i nostri partner in Germania e in altri Paesi europei si precipitassero a fare valutazioni, preferiremmo stabilire un dialogo".

Le dichiarazioni del capo dell’intelligence russa all’estero

Si inserisce in questo susseguirsi di dichiarazioni anche quella del capo dell'intelligence russa all'estero, Serghiei Narishkin, che ha detto di non escludere che il presunto avvelenamento di Navalny possa essere una provocazione dei servizi segreti occidentali. A riportare la notizia l'agenzia di stampa russa Interfax, che ha aggiunto che Narishkin ha ribadito la versione di Mosca secondo cui i medici russi non avrebbero trovato tracce di veleno nel sangue dell’oppositore russo.

I dibattito sulle possibili sanzioni alla Russia

E’ tangibile il nervosismo che si respira nelle cancellerie europee. Durante il briefing con la stampa a Bruxelles Peter Stano, portavoce dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, rispondendo alla domanda se l'Ue stia pensando a sanzioni nei confronti della Russia in relazione al presunto avvelenamento dell'esponente dell'opposizione russo ha dichiarato che “servono risposte", che possono arrivare solo da "un'indagine libera da ogni interferenza. E' interesse della Russia  lanciare un'indagine, a prescindere dalle dichiarazioni fatte nel frattempo. Stano ha aggiunto che non è normale che una persona venga avvelenata con un agente nervino, di tipo militare, una sostanza che non dovrebbe circolare liberamente né in Europa né in Russia.

Il caso tra i temi della riunione Nato

L'avvelenamento di Navalny è tra i vari temi sul tavolo della riunione del Consiglio del Nord Atlantico del 4 settembre. Lo riferisce la Nato. "Il segretario generale Jens Stoltenberg si rivolgerà alla stampa dopo la riunione del Consiglio Nord Atlantico a

livello di ambasciatori sull'attacco ad Alexey Navalny, domani intorno alle 12.30",  riferisce un tweet della portavoce dell'Alleanza Atlantica.

Ue "si riserva il diritto di intraprendere azioni appropriate"

"L'Unione Europea condanna con la massima fermezza l'attentato ad Alexei Navalny, avvelenato da un agente nervino chimico militare del gruppo Novichok, simile a quello usato nel tentativo di assassinio di Sergei e Yulia Skripal a Salisbury il 4 Marzo 2018". Lo afferma in una nota l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell. "L'uso di armi chimiche è del tutto inaccettabile in qualsiasi circostanza, costituisce una grave violazione del diritto internazionale e degli standard internazionali sui diritti umani - prosegue-. L'Ue chiede una risposta internazionale comune e si riserva il diritto di intraprendere azioni appropriate, anche mediante misure restrittive".

Russian opposition leader Alexei Navalny looks on ahead of a hearing at the European Court of Human Rights (ECHR) in Strasbourg on November 15, 2018. - ?Top Kremlin critic Alexei Navalny heads on November 15 to the European Court of Human Rights which will rule on whether his repeated arrests were politically motivated. The court in Strasbourg must decide whether Navalny, an anti-corruption campaigner and President Vladimir Putin's most vocal critic, was arbitrarily arrested and detained by Russian authorities. Between 2012 and 2014 he was arrested seven times at public gatherings and prosecuted for either breaching procedures for holding public events or disobeying a police order. (Photo by Frederick FLORIN / AFP)        (Photo credit should read FREDERICK FLORIN/AFP via Getty Images)

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"Russia indaghi a fondo e in piena trasparenza"

"Questo nuovo attentato a un cittadino russo è avvenuto nel territorio della Federazione Russa. Il governo russo deve fare tutto il possibile per indagare a fondo su questo crimine in piena trasparenza e assicurare i responsabili alla giustizia. L'impunità non deve e non sarà tollerata", precisa Josep Borrell. "L'Unione europea invita la Federazione russa a cooperare pienamente con l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche per garantire un'indagine internazionale imparziale", aggiunge l'Alto rappresentante Ue. "Siamo grati all'ospedale Charité - Universitätsmedizin di Berlino per il trattamento di Navalny e gli auguriamo una pronta e piena guarigione", conclude la nota.

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