Bielorussia, Ue imporrà sanzioni e non riconosce le elezioni del 9 agosto

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Consiglio europeo in videoconferenza tra i leader. Michel annuncia sanzioni contro i responsabili di violazioni dei diritti umani. La Cancelliera Merkel: “No a interventi esterni, Lukashenko rifiuta colloquio, non posso mediare”. Intanto il presidente bielorusso dice: l'Occidente finanzia i disordini. Il Cremlino chiarisce: “Nostro aiuto per ora non serve”

Le elezioni in Bielorussia del 9 agosto scorso non solo non sono state libere, corrette e rispondenti ai criteri internazionali, ma anche falsificate. È questo il messaggio lanciato dai presidenti del Consiglio Europeo Charles Michel e della Commissione Ursula von der Leyen al termine del summit straordinario svoltosi oggi in video conferenza. Michel ha anche annunciato che l'Ue imporrà sanzioni contro i responsabili delle violenze e delle violazione dei diritti civili in Bielorussia. In mattinata la leader dell'opposizione bielorussa, Svetlana Tikhanovskaya, aveva lanciato proprio un appello agli europei a respingere i risultati delle elezioni presidenziali.

Merkel: no a interventi esterni in Bielorussia

Angela Merkel, dopo il Consiglio europeo, in conferenza stampa a Berlino, ha spiegato che l'Ue "vuole sostenere la società civile", "ma per noi è chiaro che la Bielorussia deve trovare da sola la sua strada" e non devono esserci interventi “dall'esterno". Poi ha aggiunto di aver provato a contattare telefonicamente il leader bielorusso Lukashenko, "ma purtroppo la telefonata non c'è stata". Rispondendo a una domanda specifica, la cancelliera ha affermato di non vedere possibile un suo ruolo di mediatrice nello scontro in Bielorussia: "Per mediare serve la disponibilità delle due parti" e Lukashenko ha rifiutato il colloquio, ha spiegato.

Sassoli: interventi esterni intollerabili

"Il futuro della Bielorussia può essere deciso solo dai suoi cittadini", eventuali interventi esterni "non sarebbero tollerabili”, ha detto il presidente dell'Europarlamento David Sassoli. L'Ue ha il dovere di "sostenere la richiesta dei cittadini di poter svolgere al più presto nuove elezioni e garantire che gli atti di violenza e tortura siano accertati e puniti" anche attraverso l'adozione di sanzioni "al più presto”. Per Sassoli, il ricorso a "misure sanzionatorie" deve servire "per accertare e punire le gravi violazioni dei diritti umani, considerando anche l'opportunità di intervenire congelando il patrimonio di coloro che stanno abusando del loro potere e violando le libertà fondamentali dei cittadini".

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Lukashenko: l'Occidente finanzia disordini Bielorussia

Intanto il presidente bielorusso Alexander Lukashenko non demorde e dice di credere che l'Occidente continui a finanziare le manifestazioni di piazza e disordini nel Paese. "I Paesi occidentali, direttamente, senza nasconderlo, annunciano apertamente la raccolta di fondi e il loro reindirizzamento verso la Bielorussia, lo vediamo", ha detto durante la riunione del Consiglio di sicurezza. "Naturalmente non possiamo rintracciare tutti i finanziamenti che vengono inviati qui perché molti sono in contanti. Ma noi lo sappiamo e ci concentreremo su questo problema”. Poi ha aggiunto che lo Stato in Bielorussia non è indebolito e ha "qualcuno" su cui appoggiarsi. "Voglio ribadire che se pensano che le autorità qui si sono incrinate e ora stanno traballando, si sbagliano: voglio sottolineare che abbiamo qualcuno su cui appoggiarci. Pertanto, non vacilleremo. Percorreremo la nostra strada, come dovremmo fare".

Cremlino: nostro aiuto per ora non serve

Da Mosca però il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov fa sapere che non c'è bisogno al momento di "sostegno russo" alla Bielorussia nel quadro del trattato sullo Stato dell'Unione e del Trattato di Sicurezza collettiva. Peskov ha sottolineato che la situazione in Bielorussia va tenuta all'interno "dell'alveo legale" e va costruito "il dialogo”. "I mezzi militari russi si trovano nel territorio della Federazione Russa", ha sottolineato. Il Trattato di sicurezza collettiva e il Trattato sullo Stato dell'Unione di Russia e Bielorussia "contengono una serie di obblighi delle parti, che prevedono l'assistenza reciproca ma al momento non ce n'è bisogno e, in realtà, la leadership bielorussa ha ammesso l'assenza di tale necessità”.

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