Bielorussia, l'Ue non non accetta l'esito del voto e vara sanzioni contro i responsabili

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Dopo che Sveltana Tikhanovskaya, rivale sconfitta da Lukashenko alle controverse presidenziali dello scorso 9 agosto, aveva chiesto l'aiuto dei Paesi dell'Unione, è arrivata la risposta europea. Continuano intanto le proteste pacifiche nel Paese, scarcerati 2mila manifestanti. Amnesty: “Oppositori torturati in carcere". Mentre il presidente apre un'inchiesta sugli arresti dei manifestanti

"L'Ue non accetta i risultati elettorali. Inizia il lavoro sulle sanzioni per i responsabili delle violenze e dei brogli". Ad affermarlo è l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, nel giorno in cui il Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Unione ha trovato l'accordo sulle sanzioni da comminare a Minsk. contro i responsabili delle violenze contro i manifestanti e i brogli elettorali. Nel Paese intanto continuano le proteste partite subito dopo il voto ritenuto “né libera, né equa” da parte dell’Ue. Amnesty ha denunciato "torture diffuse" subite dagli oppositori finiti in carcere.

L'appello di Tikhanovskaya

Svetlana Tikhanovskaya, la rivale sconfitta dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko alle controverse elezioni del 9 agosto, che martedì ha lasciato il Paese e si è rifugiata in Lituania, ha chiesto ai Paesi europei di mediare affinché si apra un dialogo con le autorità bielorusse e ha proposto di istituire un Consiglio di coordinamento per garantire il passaggio di potere in Bielorussia. I ministri degli Esteri dell'Unione europea, riuniti il 14 agosto, hanno trovato un accordo politico per sanzioni 

La decisione del Consiglio

Durante il vertice in cui è stato raggiunto l'accordo per le sanzioni, è stata espressa "piena solidarietà con il popolo bielorusso" e una "condanna per le irregolarità elettorali, le violazioni dei diritti umani e l'uso della forza contro manifestanti pacifici", ha annunciato su Twitter l'ambasciatore Marco Peronaci, rappresentante permanente presso il Comitato politico e di sicurezza dell'Ue. Ora servirà il lavoro tecnico, mentre l'adozione formale avverrà nelle prossime settimane. A inizio giornata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aveva dichiarato che "occorrono ulteriori sanzioni contro coloro che hanno violato i valori democratici o abusato dei diritti umani in Bielorussia”.

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Approvato risultato elezioni, proteste pacifiche a Minsk

Sempre il 14 agosto la commissione elettorale ha approvato i risultati delle elezioni, decretando Lukashenko, al potere dal 1994, vincitore con l'80,1% dei voti, e nella capitale Minsk e in altre città del Paese sono riprese le proteste pacifiche. Secondo gli inviati di Interfax, i media locali, i canali Telegram e i testimoni oculari, la gente ha iniziato a formare catene di solidarietà in tutta Minsk sin dalle prime ore del mattino. Proprio come il giorno prima, la maggior parte dei partecipanti a queste proteste sono state donne con in mano dei fiori.

La protesta contro Lukashenko nelle fabbriche

La mobilitazione contro Lukashenko coinvolge anche le fabbriche. Tra gli impianti più importanti costretti a sospendere parzialmente le operazioni a causa della protesta degli operai vi sono, nella capitale, la fabbrica di automobili Maz e le fabbriche di trattori Mtw e Volat, mentre nella città di Zodzina si è fermato lo stabilimento della BelAZ, che produce mezzi pesanti da scavo o da trasporto. I lavoratori non avanzano rivendicazioni economiche, ma chiedono la fine della repressione delle proteste e la convocazione di nuove elezioni presidenziali.

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Scarcerati oltre 2mila manifestanti

 

Intanto sono già stati scarcerati oltre 2mila manifestanti fermati durante le proteste di piazza dei giorni scorsi, secondo quanto ha fatto sapere il ministero dell'Interno di Minsk. "Il ministero è preoccupato di un sovraffollamento nelle strutture di detenzione", ha annunciato via Telegram. Il ministero si è detto "conscio" che la scarcerazione dei manifestanti "non sta avvenendo con la velocità desiderata". "Stiamo facendo ogni sforzo per risolvere il problema", ha aggiunto.

Minsk: "Pronti a dialogo con Paesi esteri"

Sempre dall'esecutivo di Minsk, fanno sapere che la Bielorussia sarebbe pronta per colloqui "costruttivi e obiettivi" con l'estero sulle elezioni presidenziali e sui disordini post-voto. Lo ha detto il ministro degli Esteri Vladimir Makei in una conversazione telefonica con la controparte svizzera Ignazio Cassis. Makei ha espresso "la disponibilità della parte bielorussa a un dialogo costruttivo e obiettivo con i partner stranieri su tutte le questioni relative agli sviluppi in Bielorussia", ha detto l'ufficio del ministro in una nota.

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Amnesty denuncia: "Oppositori torturati in carcere"
 

Se il governo bielorusso, almeno a parole, si mostra disponibile al dialogo, attivisti e osservatori dei diritti umani affermano che ci sono prove crescenti della brutalità della polizia contro le persone che sono state arrestate dopo le proteste. Alcune dei rilasciati, tra le 6.700 persone detenute da domenica, hanno denunciato maltrattamenti, percosse comprese, secondo quanto riferito dalla Bbc. Amnesty International ha detto che i resoconti suggeriscono "torture diffuse". "Ci hanno detto che i centri di detenzione sono diventati camere di tortura, dove i manifestanti sono costretti a giacere per terra mentre la polizia li prende a calci e li picchia con i manganelli", ha detto Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l'Europa orientale e l'Asia centrale.

Lukashenko chiede inchiesta su detenzioni manifestanti
 

Il presidente bielorusso Lukashenko ha ordinato intanto un'inchiesta su tutte le detenzioni di manifestanti avvenute nei giorni successivi alle elezioni.  "Il presidente ha ascoltato le opinioni dei collettivi dei lavoratori e ordinato di esaminare tutti gli arresti dei giorni scorsi ed è in corso un intenso lavoro al momento", ha dichiarato Natalya Kachanova, presidente del Consiglio della Repubblica, "Oltre mille persone sono state rilasciate sotto l'impegno di non partecipare più a manifestazioni non autorizzate e i minori sono stati restituiti ai loro genitori".

Il presidente bielorusso: "Sto proteggendo opposizione da attacchi"
 

Lukashenko ha poi dichiarato all'agenzia stampa statale BelTA di aver inviato ieri notte forze di sicurezza per proteggere lo staff di Svetlana Tikhanovskaya, sua sfidante alle recenti presidenziali, da una non meglio specificata minaccia. "Mi ero allarmato per le informazioni operative che ho ricevuto dal cosiddetto staff congiunto la notte scorsa", ha spiegato, "era venuto in mente a qualcuno di mettere tutti insieme in un unico edificio. Inoltre c'erano giornalisti dell'opposizione". Il presidente ha poi aggiunto: "Abbiamo dovuto mandare 120 persone a controllare la situazione intorno al loro ufficio. Dio non volesse che facessero saltare la testa a qualcuno di loro, avremmo dovuto spendere anni a respingere accuse. Quindi abbiamo dovuto proteggerli tutti". 

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