Elezioni in Bielorussia, Tikhanovskaya fugge in Lituania. L'Ue minaccia sanzioni

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La leader dell'opposizione lascia il Paese in circostanze poco chiare. Da Bruxelles documento comune che denuncia: "Elezioni né libere né eque". Continuano le proteste, oltre 2mila persone arrestate. La Farnesina: "Profonda preoccupazione"

L'Unione europea prova a inserisi nel caos che le ultime Presidenziali hanno scatenato in Bielorussia e dopo che la leader dell'opposizione Svetlana Tikhanovskaya ha lasciato il Paese in circostanze poco chiare. Bruxelles ha denunciato che le elezioni tenutesi domenica 9 agosto in cui si è imposto per la sesta volta Aleksander Lukashenko non sono state "né libere né eque" e minaccia sanzioni. In un comunicato approvato dai 27 Stati membri, l’Ue ha sottolineato di voler procedere “a un esame approfondito delle relazioni”, ipotizzando, tra l'altro, “di adottare misure contro i responsabili delle violenze osservate, degli arresti ingiustificati e della falsificazione dei risultati".

Oltre 2mila persone in stato di arresto per le manifestazioni

Di certo è un momento molto delicato per la Bielorussia, messa in ginocchio dai duri scontri tra la polizia e i manifestanti (GUARDA LE FOTO) che contestano il controverso trionfo di quello che è stato descritto come "l’ultimo dittatore d'Europa". Gli agenti in assetto antisommossa continuano a reprimere le proteste a colpi di manganello e con migliaia di arresti, e nella notte tra lunedì e martedì il ministero dell'Interno ha dato notizia della morte di un dimostrante, la prima vittima delle violenze che stanno scuotendo la Bielorussia.

TOPSHOT - Riot police use a water cannon against protesters after polls closed in Belarus' presidential election, in Minsk on August 9, 2020. (Photo by Siarhei LESKIEC / AFP) (Photo by SIARHEI LESKIEC/AFP via Getty Images)

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Tikhanovskaya lascia la Bielorussia e si rifugia in Lituania

Di certo non aiuta a sedare le proteste il fatto che la leader dell'opposizione che ha messo a dura prova il regime di Aleksander Lukashenko abbia lasciato il Paese e si trovi adesso in Lituania. La notizia è giunta inaspettata durante la mattina dell'11 luglio. È "al sicuro", ha annunciato il ministro degli Esteri lituano Linas Linkevicius. Ma il sospetto è che la dissidente sia stata costretta ad allontanarsi dalla Bielorussia dalle autorità. Forse con le minacce, probabilmente sotto la pressione del governo.

La Polonia pronta a mediare tra Lukashenko e opposizone

Il governo polacco si è detto pronto a fare da mediatore tra il presidente Lukashenko e l'opposizione: lo ha spiegato a Riga il ministro degli Esteri della Polonia, Jacek Czaputowicz: "C'è ancora spazio per il dialogo, ma avremo difficoltà a convincere gli altri Paesi occidentali a non imporre sanzioni contro la Bielorussia se la violenta repressione dei dimostranti proseguirà", ha detto Czaputowicz.

Indetto uno sciopero generale

Intanto uno sciopero generale a tempo indeterminato è stato annunciato in tutte le imprese bielorusse a partire da oggi, 11 agosto. Lo ha riportato la testata russa Current Time, citando il canale Telegram bielorusso Nexta. L'obiettivo è "il riconoscimento di Svetlana Tikhanovskaya come nuovo presidente, il rilascio di tutti i prigionieri politici e nuove elezioni eque".

Farnesina: "Profonda preoccupazione"

La Farnesina intanto esprime in una nota "profonda preoccupazione per la compressione dei principali diritti civili e delle fondamentali libertà democratiche" in atto in Bielorussia. Perciò "l'Italia invita le Autorità di Minsk ad avviare al più presto un dialogo con le opposizioni e a mettere in atto tutte le misure necessarie ad allentare le tensioni. Da parte italiana non si mancherà di offrire ogni utile sostegno ad una Bielorussia stabile e democratica".

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