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Coronavirus Uk, Boris Johnson ammette: “Per settimane non abbiamo capito la minaccia”

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©Ansa

Il premier britannico ha detto che il suo governo "non ha capito" la natura del Covid-19 "nelle prime settimane e mesi" dopo l'inizio della pandemia. Ha ribadito “la piena responsabilità" delle azioni dell'esecutivo nella gestione della crisi, sottolineando che "ci sono lezioni da imparare" e dicendo che i suoi ministri avrebbero potuto fare alcune cose "in modo differente”. Infine ha ammesso un possibile ritardo nell’imporre il lockdown

Il premier britannico, Boris Johnson, ha ammesso che il suo governo "non ha capito" la natura del Covid-19 (AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE) e la sua minaccia "nelle prime settimane e mesi" dopo l'inizio della pandemia. Parlando con la Bbc, Johnson ha ribadito di prendersi “la piena responsabilità" delle azioni dell'esecutivo nella gestione della crisi, ha sottolineato che "ci sono lezioni da imparare" e ammesso che i suoi ministri avrebbero potuto fare alcune cose "in modo differente".

Johnson ammette possibile ritardo lockdown

Il premier britannico, che è stato anche contagiato dal virus, per la prima volta ha anche ammesso che la decisione di imporre il lockdown nazionale nel Regno Unito nella seconda metà di marzo potrebbe essere scattata troppo tardi. Il possibile ritardo dell'entrata in vigore del lockdown, decisa dal consiglio dei ministri sulla base di un dibattito sviluppatosi fra i consiglieri scientifici del governo per almeno due o tre settimane, "è una questione aperta", ha detto Johnson nel giorno del suo primo anniversario da premier.

“A tempo debito inchieste”

Johnson ha infine detto che "a tempo debito" vi sarà spazio per una qualche inchiesta al riguardo. Fra le iniziali sottovalutazioni della pandemia, ha quindi indicato la mancata comprensione della "trasmissione asintomatica da persona a persona" del virus. Il primo ministro Tory ha poi promesso riforme "più profonde e veloci" nel Regno, sotto la spinta delle conseguenze economiche dell'emergenza sanitaria. Mentre si è dichiarato addolorato "per ciascuna delle vittime" del Covid-19 in un Paese nel quale i morti ufficiali, su 300.000 contagi diagnosticati, sono arrivati oltre quota 45.000: record europeo in cifra assoluta.

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