Coronavirus Usa, il virologo Fauci: vaccino probabilmente a disposizione fra un anno o due

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Audizione davanti alla commissione Sanità del Senato per l’esperto che fa parte della task force della Casa Bianca. Per il vaccino, ha detto, ci vorrà tempo a causa dei necessari rigorosi test clinici. Poi il monito: no riaperture affrettate, il rischio è un'epidemia "fuori controllo". Il numero delle vittime, ha concluso, è “più elevato di quello ufficiale”

Il vaccino contro il coronavirus molto probabilmente sarà a disposizione fra un anno o due. A dirlo è stato il virologo statunitense Anthony Fauci, che fa parte della task force della Casa Bianca per affrontare l’emergenza. Non solo, l’esperto ha lanciato l’allarme: se si affrettano le tappe per la riapertura del Paese, ha detto, il rischio è un'epidemia "fuori controllo" e un'ondata di "morti e sofferenze inutili". Secondo Fauci, inoltre, negli Stati Uniti i morti positivi al Covid-19 sarebbero molti di più di quelli ufficiali. Al momento, secondo i dati elaborati dalla Johns Hopkins University, le vittime sono oltre 81.500 e i contagiati più di 1,3 milioni (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE - LA SITUAZIONE IN ITALIA).

Fauci: per vaccino ci potrebbero volere "da uno a due anni"

Fauci, che si trova in auto-isolamento dopo aver avuto contatti alla Casa Bianca con una persona risultata positiva al coronavirus, ha parlato in video collegamento davanti alla commissione Sanità del Senato Usa. Da quando il presidente Donald Trump ha dichiarato l’emergenza nazionale, lo scorso marzo, è la sua prima apparizione davanti alla commissione. Il virologo ha spiegato che per il vaccino anti Covid-19 ci potrebbero volere "da uno a due anni", tempo richiesto dai necessari rigorosi test clinici. Ha aggiunto che la speranza è quella di passare alla nuova fase della sperimentazione a fine primavera o a inizio estate, per poi raccogliere i risultati a fine autunno o a inizio inverno. Questo però, ha sottolineato, non vuol dire che in quel momento il vaccino sarà pronto per essere messo a disposizione del pubblico. Fauci ha anche definito "eccessivo" pensare che ci possa essere un vaccino o una cura che possa permettere un rientro di milioni di studenti nei campus e nelle scuole pubbliche a fine agosto: "Bisogna essere realistici".

Sulle riaperture affrettate: “Rischio di innescare epidemia fuori controllo”

Il massimo esperto statunitense di malattie infettive ha usato parole misurate e caute. Ma non è mancato un monito rivolto a Trump e a tutti quei governatori animati dalla smania di far ripartire subito l'economia, costi quel che costi. "Cercare di riaprire prematuramente il Paese è pericoloso e ci farebbe tornare indietro sulla strada che ci deve riportare alla normalità", aveva anticipato Fauci al New York Times alcune ore prima dell'audizione. Poi, davanti ai senatori, ha ribadito: "Se si saltano i passaggi per una riapertura graduale, le conseguenze potrebbero essere molto gravi. Il rischio reale è quello di innescare un'epidemia che non si è più in grado di controllare". "Quello che mi preoccupa – ha aggiunto – è che se nel riaprire non si seguono le varie fasi indicate nelle linee guida sarà difficile evitare nuovi picchi che possono portare a nuovi focolai e a una nuova ondata di contagi". Poi ha continuato: "Ho paura che se non agiamo tutti insieme e ignoriamo le linee guida, la situazione - già oggi pessima - possa peggiorare in autunno o in inverno" (LE INDICAZIONI DELLA FARNESINA SUGLI USA).

“Numero vittime più elevato del bilancio ufficiale”

Fauci ha anche parlato del numero di vittime legate al coronavirus. "Probabilmente è molto più elevato del bilancio ufficiale", ha detto. "Data la situazione, in particolare a New York City, è probabile che molte persone siano morte in casa per il Covid e non siano state conteggiate perché non sono mai andate in ospedale". L’audizione di Fauci è arrivata a poche ore da una conferenza di Trump in cui il presidente ha annunciato come gli Stati Uniti abbiano avuto la meglio sul virus. Prima di Fauci, davanti ai senatori, ha parlato Robert Redfiled, direttore dei Cdc, la massima autorità sanitaria in Usa: ha ribadito senza se e senza ma che "l'America non è ancora fuori pericolo".

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