Ben Kelly stava facendo surf nonostante la spiaggia fosse chiusa per il lockdown scattato con l'emergenza Covid-19, perché era consentito accedere all'area per praticare sport acquatici
Tragedia al largo di in una spiaggia nel Nord della California. Un surfista di 26 anni è stato ucciso da uno squalo. Sulla spoiaggia da cui era partito vigeva il lockdown per il coronavirus (CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE). Come riportano diversi media americani fra cui la Cnn, il ragazzo, Ben Kelly, si trovava in acqua per fare surf per via dell’eccezione alle restrizioni prevista per gli sport acquatici.
Spiaggia chiusa fino al 14 maggio
Sabato 9 maggio Ben Kelly si trovava a un centinaio di metri della costa di Maresa State Beach, vicino Santa Cruz, quando intorno alle 13:30 è stato attaccato e ucciso da uno squalo. La spiaggia era chiusa al pubblico tra le 11 e le 17, per le misure contro il contagio di coronavirus ma, come chiarisce il New York Times, in quella fascia oraria l’accesso restava consentito per le attività acquatiche. Ora, per effetto di questa tragedia, la spiaggia resterà completamente chiusa fino al 14 maggio, e nei punti d’accesso sono già stati apposti diversi segnali per avvertire tutti del pericolo squali.
Chi era Ben Kelly
Ben Kelly aveva dedicato la sua vita al surf, lui stesso produceva tavole da surf che lavorava a mano, e viveva a Santa Cruz con sua moglie Katie. La sua attività si chiamava Ben Kelly Surfboards ed era stata la realizzazione di un suo sogno da bambino, quando aveva disegnato la sua prima tavola.
Gli attacchi di squali
Ancora non ci sono informazioni sulla specie di squalo che ha attaccato Kelly, ma per gli esperti potrebbe trattarsi di squalo bianco, tra le specie più letali. La Cbs ricorda che Kelly è la prima vittima di un attacco mortale da parte di uno squalo nella California del Nord dal 2004, quando un sommozzatore era rimasto ucciso vicino a Kibeseliah Rock, nella contea di Mendocino.
