Coronavirus, in Polonia rinviate le elezioni presidenziali del 10 maggio

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La nuova data del voto, che si terrà per corrispondenza, verrà annunciata a breve dalla presidente della Camera bassa. La decisione arriva dopo un pronunciamento della Corte Suprema e l’invito delle opposizioni a boicottare l’appuntamento elettorale

In Polonia, le elezioni presidenziali non si terranno il 10 maggio come inizialmente previsto. L’annuncio, arrivato dopo una lunga serie di schermaglie tra maggioranza e opposizione, è stato dato da Jaroslaw Kaczynski, il capo del partito al potere Diritto e Giustizia (in polacco Prawo i Sprawiedliwość, PiS), e dal suo alleato Jaroslaw Gowin, in una dichiarazione congiunta. Nella nota si spiega che, a seguito del parere della Corte Suprema che ha manifestato l’intenzione di invalidare l’elezione in caso di voto la prossima domenica, la tornata è stata rimandata. La presidente della Camera bassa annuncerà presto la data delle nuove elezioni. A causa dell’emergenza coronavirus, le opposizioni avevano espresso molti dubbi sullo svolgimento del voto e sulla possibilità di esercitarlo tramite posta, nel timore che si potessero verificare dei brogli  (CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LA MAPPA DELLA DIFFUSIONE GLOBALE)..

Approvato il voto per posta

Il 7 maggio, la Camera bassa polacca ha ribaltato il voto contrario del Senato dello scorso martedì, approvando la controversa riforma che permette il voto per posta alle elezioni, ritenuto il modo migliore per evitare una diffusione dell'epidemia. La legge è passata con 236 voti a favore, 213 contrari e 11 astenuti e secondo Jaroslaw Gowin, alleato del partito al governo Pis, dovrebbe garantire la massima trasparenza. Il voto per corrispondenza infatti sarà gestito dalla Commissione elettorale nazionale e non dal Ministero dei Beni statali, preservando quindi l’indipendenza del procedimento. Fino a ieri il governo ha spinto per organizzare comunque il voto questa domenica con l’obiettivo di far rieleggere il presidente uscente Andrzej Duda. Decisivi nella scelta del rinvio dell’elezione anche i diversi inviti al boicottaggio rivolti alla popolazione da gran parte delle opposizioni.

Gli appelli per boicottare le elezioni

Nelle scorse settimane, infatti, in molti hanno denunciato i rischi del voto del 10 maggio, sia per ragioni sanitarie che per timore di brogli a causa del nuovo sistema per corrispondenza. In un appello, ad esempio, tre ex presidenti e sei ex primi ministri polacchi hanno dichiarato che non avrebbero partecipato al voto invitando gli elettori che "condividono il rispetto per la Costituzione e la premura per l'avvenire della democrazia in Polonia" a fare altrettanto. Tra questi Lech Walesa, Aleksander Kwasniewski, Bronislaw Komorowski e Marek Belka. Secondo i firmatari la "procedura del voto" per corrispondenza proposta dal partito al governo Diritto e giustizia (Pis) non garantiva il rispetto delle regole democratiche e avrebbe dato adito a pratiche illegali. Schierato a favore del boicottaggio anche l’ex presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Intanto, lo scorso 29 aprile, la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro la Polonia, accusando la nuova legge sulla magistratura di minare l’indipendenza dei giudici polacchi. La norma, per Bruxelles, sarebbe anche incompatibile con il principio del primato del diritto dell’Unione europea.

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