Coronavirus Spagna: a settembre ipotesi che solo la metà degli alunni stia in classe

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Isabel Celaá, ministro dell’Istruzione spagnolo, ha lasciato intendere che quando gli istituti riapriranno dopo l’estate, c'è la possibilità che soltanto una parte dei ragazzi possa seguire le lezioni in aula mentre gli altri, che si alterneranno con i presenti, continueranno a studiare online

Quando le scuole riapriranno a settembre, in Spagna, con ogni probabilità si potrà rientrare soltanto con la metà degli alunni sui banchi e l’altra metà on-line. Lo ha lasciato intendere il ministro dell'Istruzione, Isabel Celaá. Insegnanti e genitori però non sono d’accordo e sottolineano le difficoltà nell’attuazione di questo provvedimento.  (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE - GRAFICHE)

Ministro Celaá: "Non possiamo rischiare"

A difendere questa possibile nuova modalità di ritorno in classe è lo stesso ministro Celaá: "Non possiamo mettere a repentaglio tutto quello che abbiamo realizzato". La stessa aggiunge: "Se abbiamo tre milioni di bambini della scuola elementare, ognuno accompagnato da un adulto che si presenta a scuola, potete immaginare l'enorme movimento che ne deriva. Se si presentano tutti contemporaneamente non saremo in grado di mantenere la distanza richiesta" (LE INDICAZIONI DELLA FARNESINA SULLA SPAGNA).

Le proteste di insegnanti e genitori

Le parole del ministro Celaá non sono però piaciute a insegnanti e famiglie: "Con quali criteri si deciderà quali 15 studenti torneranno in classe e quali resteranno a casa a studiare online? Ci sarà bisogno del doppio del personale, perché lo stesso insegnante dovrà seguire i due gruppi, oltre agli edifici due volte più grandi e un investimento in software che nessuno farà. Annunciano misure che non sono concordate con i tecnici", ha detto a El Mundo, riassumendo il sentimento generale, un docente di lingua e letteratura di Barcellona, Andreu Navarra. Lo stesso poi conclude: "Non possono parlare come se fossero in una riunione, ogni giorno ci alziamo con una novità: devono fare un piano con più informazioni epidemiologiche e curricolari, perché quello che dicono non è meditato". 

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