Libia, il generale Haftar si autoproclama leader del Paese: "Ho il mandato del popolo"

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Il militare 76enne ha dichiarato definitivamente superato l'accordo di Skhirat del 2015, che creava il governo di accordo nazionale. "Il mio esercito è orgoglioso di ricevere questo mandato a svolgere un compito storico", ha detto. Ue e Russia prendono le distanze

Il generale Khalifa Haftar (CHI È) si è autoproclamato leader della Libia: "Ho ricevuto il mandato popolare" per governare il Paese, ha dichiarato. Poi ha aggiunto che l'accordo di Skhirat del 2015, che creava il governo di accordo nazionale, è "morto e sepolto", promettendo di continuare a combattere per ottenere il controllo di Tripoli. L’annuncio è stato fatto sulla "sua" tv al-Hadath. "Il mio esercito nazionale libico (Lna) - ha affermato - è orgoglioso di ricevere questo mandato a svolgere un compito storico", governare la Libia. Intanto arrivano le rezioni dell'Ue e di Mosca che prendono le distanze da Haftar.

"Volontà popolare"

Nel suo discorso, Haftar ha affermato: "Noi accettiamo il mandato della volontà popolare e la fine dell'accordo di Skhirat", firmato in Marocco sotto l'egida dell'Onu, che avrebbe dovuto mettere fine alla guerra nel Paese. Non è chiaro se il parlamento di Tobruk, uno dei firmatari dell'accordo, abbia avallato l'annuncio di Haftar, o quale sarà a questo punto il suo ruolo. Le forze fedeli al generale hanno lanciato oltre un anno fa un'offensiva per la conquista della capitale, ma i sanguinosi combattimenti - centinaia i morti e decine di migliaia gli sfollati - sono giunti da settimane a una fase di stallo. Haftar ha detto che l'Lna lavorerà "per mettere in campo le necessarie condizioni per la costruzione di istituzioni permanenti di uno stato civile".

Le reazioni da Tripoli

La prima reazione da Tripoli viene dal consigliere del governo di accordo nazionale Mohammed Ali Abdallah, che ha respinto seccamente le affermazioni di Haftar: "Ancora una volta mostra le sue intenzioni autoritarie. Non cerca più di nascondere il suo disprezzo per una soluzione politica e per la democrazia in Libia. Il suo discorso di questa sera è quello di un uomo disperato e sconfitto". Il generale aveva detto già nel 2017 che l'accordo di Skhirat era "scaduto". Rivolgendosi al popolo libico Haftar ha insistito: "Abbiamo risposto alla vostra chiamata annunciando la fine dell'accordo politico che ha distrutto il Paese e l'affidamento della delega a chi ritenete degno. Accogliamo il vostro sostegno all'esercito e il rinnovo della vostra fiducia nei nostri confronti per la cancellazione dell'accordo politico in modo che diventi parte del passato". Recentemente Haftar, in un discorso televisivo per l'inizio del Ramadan, aveva accusato il capo del Consiglio presidenziale del governo internazionalmente riconosciuto di Tripoli, Fayez al Sarraj, di crimini equiparabili all'alto tradimento verso la Nazione.

Ue: "Inaccettabile". Cremlino: "Non approviamo"

A livello internazionale arrivano subito le reazioni: "In Libia seguiamo con grande preoccupazione gli sviluppi e chiediamo da tempo agli attori di fermare i combattimenti e avviare un processo politico", ha detto Peter Stano, il portavoce dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell. "In particolare le ultime dichiarazioni del generale Khalifa Haftar e ogni tentativo a spingere verso soluzioni unilaterali, anche con la forza, non porteranno mai a una soluzione sostenibile per il Paese e non possono essere accettati". Simile la posizione assunta da Mosca: "Non approviamo la dichiarazione del generale Khalifa Haftar, che si è autoproclamato leader della Libia affermando di aver ricevuto un "mandato popolare" per governare il Paese". Così il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, ripreso dalle agenzie russe. "Non abbiamo approvato - ha detto Lavrov - la recente dichiarazione di Sarraj, che si è rifiutato di parlare col maresciallo Haftar, e non approviamo la dichiarazione che ora il maresciallo Haftar deciderà da solo come deve vivere il popolo libico".

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