"Non c'è più alcun fuoco ma ci vorrà qualche giorno per spegnere del tutto la brace" ha assicurato il capo del servizio statale per le emergenze. Le fiamme del rogo, divampato il 4 aprile, erano arrivate vicino al reattore 4, proprio quello esploso nel 1986
Dopo 10 giorni è stato domato il vasto incendio divampato nei pressi della centrale nucleare di Chernobyl. "Non c'è più alcun fuoco aperto ma ci vorrà qualche giorno per spegnere del tutto la brace" ha assicurato il capo del servizio statale per le emergenze Nikolai Chechetkin.
Per quanto riguarda il rischio di radiazioni, un comunicato ufficiale firmato dal presidente ucraino Vladimir Zelenski, che ha citato il capo dell'agenzia statale per le emergenze, certifica che il rogo non ha causato alcuna conseguenza sul tasso di radiazione a Kiev, a circa 100 km di distanza. Le autorità ucraine avevano riferito nei giorni scorsi di aver registrato picchi a breve termine nelle particelle di Cesio 137 nel Zona di Kiev ma che i livelli di radiazioni erano rimasti entro i limiti normali generali e non si erano rese necessarie ulteriori misure di protezione.
Distrutti più di 20 mila ettari di foreste
Sul terreno fino a ieri c'erano 400 vigili del fuoco all'opera, aiutati da decine di mezzi, tre
aerei e elicotteri, per cerca di spegnere le fiamme che, secondo le stime, hanno distrutto più di 20 mila ettari di foreste nella zona di esclusione dell'ex centrale nucleare. Anche la pioggia degli ultimi giorni ha facilitato lo spegnimento del rogo. Ad appiccare il fuoco, lo scorso 4 aprile, sarebbe stato un 27enne che ora rischia fino a 5 anni di carcere per il reato di distruzione ambientale.
Fiamme arrivate vicino al reattore 4
Per l'ong Greenpeace si è trattato del peggior incendio mai registrato nella zona di esclusione di Chernobyl, in un raggio di 30 km dalla centrale, definitivamente chiusa nel 2000: una zona desertica, senza alcuna presenza umana e dove vivono solo animali.
Sulla base di immagini satellitari Greenpeace ha confermato che le fiamme erano arrivate a solo 1,5 km dal gigante scudo protettivo collocato sul reattore numero 4, proprio quello esploso nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986 e che causò la più grave catastrofe nucleare della storia. In risposta ai timori di ambientalisti e osservatori, le autorità ucraine hanno più volte assicurato che la centrale nucleare e i luoghi di stoccaggio dei rifiuti non fossero minacciati.