Doppia controffensiva dei militari di Erdogan dopo il raid aereo attribuito all'esercito di Assad. L’Onu chiede "un immediato cessate il fuoco", Usa e Nato intimano a Siria e Russia di "fermare l’offensiva". La Grecia blocca centinaia di migranti al confine
Si aggrava la crisi nella provincia di Idlib, in Siria. La Turchia ha lanciato una doppia controffensiva dopo i raid siriani che hanno provocato la morte di 33 soldati turchi a Idlib. Le truppe di Ankara hanno lanciato diversi missili terra-terra contro un convoglio militare governativo siriano e miliziani lealisti nel nord-ovest del Paese, uccidendo 16 soldati, secondo fonti dell'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (FOTOSTORIA DEL DRAMMA SIRIANO). La Turchia inoltre, lamentando un mancato sostegno occidentale contro le forze siriane, ha deciso ieri sera di non trattenere più i migranti e di aprire i confini dell'Ue, con diversi rifugiati che "hanno iniziato a muoversi", come confermato dal governo turco (FOTO).
L'Ue: "Turchia non ha cambiato politica su migranti"
Anche se l'Ue, attraverso un portavoce della Commissione, ha fatto sapere: "Non abbiamo informazioni ufficiali su un cambio di politica sui migranti" da parte della Turchia, quindi l'accordo Ue-Turchia "ancora vale e ci aspettiamo che Ankara rispetti gli impegni". Il portavoce ha precisato che "le autorità turche ci hanno confermato che la posizione ufficiale su migranti e richiedenti asilo non cambia, e ci aspettiamo resti così".
La Grecia blocca centinaia di migranti al confine turco
Tuttavia, in seguito alla notizia che Ankara non avrebbe più impedito il passaggio di migranti verso l'Ue, la Grecia ha chiuso il valico di terra con la Turchia a Kastanies Evros, impedendo a centinaia di persone di entrare nel Paese. L'allarme - scrive Cnn.gr - era scattato già stamane con la notizia di circa 300 persone che si dirigevano verso la frontiera.
Le reazioni dopo l'escalation a Idlib
L’Onu intanto ha chiesto “un immediato cessate il fuoco”. Stati Uniti e Nato hanno intimato alla Siria e alla Russia di “fermare l’offensiva” contro la Turchia. I presidenti di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, hanno avuto una conversazione telefonica sulla situazione in Siria "dedicata alla necessità di fare tutto per soddisfare l'accordo iniziale sulla zona di de-escalation di Idlib": lo riferisce il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, ripreso dalle agenzie russe. Secondo fonti di Ankara, inoltre, Erdogan avrà nelle prossime ore conversazioni telefoniche sull'escalation militare di Idlib con i leader di Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito.
L’allarme dell’Onu
"Se non si farà nulla il rischio di un'escalation del conflitto in Siria aumenta di ora in ora”, è l'allarme lanciato dal portavoce dell’Onu Stephane Dujarric. Lo stesso Dujarric ha detto che il segretario generale Antonio Guterres "ribadisce la sua richiesta di un immediato cessate il fuoco ed esprime particolare preoccupazione per il rischio per i civili con un'escalation delle azioni militari".
La condanna della Nato
In precedenza, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha condannato gli "attacchi aerei indiscriminati da parte del regime siriano e del suo alleato russo" nella provincia di Idlib, e ha chiesto la "de-escalation". Stoltenberg ha incontrato il ministro degli Esteri turco Mevlüt Cavusoglu e ha invitato Damasco e Mosca a "fermare la loro offensiva".
Usa: “Noi con la Turchia, la sosterremo”
Anche gli Stati Uniti hanno chiesto alla Siria e alla Russia di fermare "l'odiosa offensiva" contro le forze turche. "Noi siamo con il nostro alleato della Nato, la Turchia, e la sosterremo", ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato Usa.
La situazione degli sfollati a Idlib
Sono intanto 950mila i civili siriani sfollati nella regione nord-occidentale di Idlib, secondo quanto riferito dall'Ufficio Onu per il coordinamento umanitario (Ocha), nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione nella martoriata regione stretta tra l'offensiva russo-governativa e il confine turco. Ocha precisa che gli sfollati dall'1 dicembre a oggi sono 948mila. E che di questi 569mila sono minori, 195mila sono donne. Donne e bambini compongono l'81% dell'intera comunità di sfollati siriani a Idlib.