Slovacchia al voto, favorito il partito di opposizione anti-corruzione

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Daniele Brunetti

Da sinistra a destra il premier Peter Pellegrini, Igor Matovic e Marian Kotleba, i principali candidati dei tre schieramenti favoriti alle parlamentari (Getty Images)

Il paese, il 29 febbraio, è chiamato a rinnovare il Consiglio nazionale. Le elezioni si tengono a un anno dall’uccisione del giornalista Jan Kuciak, che ha indignato la popolazione. Per i sondaggi i favoriti potrebbero essere i partiti anti sistema

Dopo 12 anni ininterrotti al governo i socialdemocratici dello Smer potrebbero uscire dalla maggioranza all’interno del Consiglio nazionale slovacco. Nel Paese dell'Europa centrale, sabato 29 febbraio, si tengono le elezioni parlamentari che decreteranno il nuovo governo e, a poche ore dal voto, i favoriti sembrano essere i partiti anti sistema.

Un anno di tensioni e proteste

La Slovacchia arriva al voto dopo un anno di tensioni, scatenate dall’assassinio del giornalista Jan Kuciak, ucciso insieme alla fidanzata, mentre stava indagando su trame di corruzione ai massimi livelli dello Stato fra uomini d'affari, politici e mafiosi. A seguito dell’omicidio, l’allora premier Robert Fico è stato costretto alle dimissioni, misura che però sembra non aver accontentato la piazza, tornata a riempirsi per protestare contro la corruzione dilagante nel Paese non più tardi di una settimana fa. Nell'ultimo sondaggio di Eurobarometro, il 70% degli slovacchi ha dichiarato di non fidarsi del proprio parlamento nazionale o del proprio governo. Una situazione della quale potrebbero beneficiare il partito populista Olano e quello di estrema destra Lsns, guidato da Marian Kotleba.

I sondaggi danno in testa movimento anti corruzione

La forte indignazione e le spinte dalla società civile contro la corruzione, il 31 marzo del 2019, hanno portato all’elezione alla presidenza della prima donna della storia della Slovacchia, Zuzana Caputova. Avvocatessa ambientalista di estrazione liberal, era considerata una outsider ed è stata in grado di battere il candidato dello Smer. Come un anno fa i socialdemocratici, stando ai sondaggi, potrebbero subire una sconfitta. In testa nelle rilevazione è infatti il movimento di opposizione "Gente Cemplice e personalità indipendenti", Olano. Considerato uno schieramento populista che si fa paladino dell’anti corruzione, è guidato da Igor Matovic, un imprenditore di 46 anni, che in queste ultime settimane è stato in grado di compiere un grande salto in avanti. Lo scorso gennaio, infatti, lo schieramento raccoglieva solo l’8% delle preferenze mentre ora veleggerebbe intorno 19,1%. Una percentuale che non gli consentirebbe di governare da solo ma che gli permetterebbe di avere il pallino in mano nelle trattative per la formazione di un governo di coalizione. Al secondo posto nei sondaggi, dopo un lungo periodo al primo, c’è proprio lo Smer che potrebbe pagare lo scarso rinnovamento dopo il terremoto causato dall’assassinio di Kuciak. L’ex premier Fico, dopo aver lasciato l’incarico, è stato sostituito dal compagno di schieramento Peter Pellegrini, ma è rimasto il leader del partito.

L’ultradestra in ascesa

Nel Paese dell'Europa centrale, che dal 2004 fa parte dell'Unione europea, chi sta beneficiando del sentimento anti sistema è anche il Partito popolare "Slovacchia nostra" (Lsns). Guidato dal neofascista Marian Kotleba è uno schieramento apertamente nazionalista che non nasconde una certa nostalgia per il regime di Jozef Tiso. Quest’ultimo è stato uno dei più fedeli alleati della Germania nazista e nel 1947 è stato giustiziato per crimini di guerra per aver mandato a morte più di 70mila ebrei slovacchi nei campi di concentramento. Kotleba, che al momento è sotto processo per incitamento all'odio, sostiene posizioni apertamente contro i rom, l’aborto e l’omosessualità, in favore della famiglia tradizionale. Nonostante le vive proteste degli altri partiti, lo scorso aprile la Corte suprema slovacca ha respinto la proposta di sciogliere il partito, che il prossimo 29 febbraio cercherà di emulare i successi elettorali degli schieramenti di estrema destra nelle vicine Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria.

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