"Patrick libero", su Facebook la campagna contro l'arresto di Zaki in Egitto

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Gli attivisti propongono di cambiare la propria foto profilo con un fumetto che ritrae lo studente avvolto dal filo spinato su sfondo rosso e l'appello per la sua liberazione in italiano, inglese e arabo. Su Change.org la petizione ha supearato quota 80mila firme

Cambiare la propria foto profilo su Facebook con un fumetto che ritrae Patrick George Zaki avvolto dal filo spinato su sfondo rosso e le scritte "Patrick libero" che campeggiano in italiano, inglese e arabo. È l’iniziativa lanciata sui social dagli attivisti della campagna di solidarietà a favore del ricercatore egiziano dell'Università di Bologna, detenuto al Cairo dopo essere stato arrestato una settimana fa. L'iniziativa è stata condivisa dall’Eipr (Egyptian Initiative for Personal Rights), organizzazione che si occupa di diritti umani in Egitto. Per la liberazione di Patrick Zaki Gli attivisti hanno anche condiviso una petizione sulla piattaforma Change.org, lanciata da Amr Abdelwahab, amico di lunga data del ricercatore, e già firmata da oltre 80mila persone.

Attesa per l’udienza di appello

"Per mostrare la nostra solidarietà - rilanciano gli attivisti - cambiamo tutti i nostri profili personali su Facebook a partire da stasera alle 21 fino a quando ascoltiamo la decisione del procuratore in merito all'appello". Domani, sabato 15 febbraio, alle 9 è fissata in Egitto l'udienza per l'appello sui 15 giorni di custodia cautelare inflitti a Patrick.

Il caso 

Patrick George Zaki, studente egiziano dell'università di Bologna è stato arrestato al suo arrivo in Egitto, dove era tornato per una vacanza, con l'accusa di istigazione al "rovesciamento del regime al potere". Ora si trova in carcere in Egitto. La sua famiglia sostiene che sia stato picchiato e torturato per conoscere "i suoi legami con l'Italia e con la famiglia di Giulio Regeni".

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