I membri del gruppo anarchico Set dovranno scontare pene dai 6 ai 18 anni di reclusione. Intanto gli attivisti per la difesa dei diritti umani denunciano che il caso si basa su testimonianze strappate con la tortura
Sette membri del gruppo anarchico e di sinistra Set sono stati condannati per terrorismo dal tribunale militare di Penza, in Russia. Le condanne inflitte vanno dai 6 ai 18 anni di reclusione, ma i sette imputati respingono ogni accusa. Secondo gli attivisti per la difesa dei diritti umani, il caso si basa su testimonianze strappate con la tortura. I sette furono arrestati nel 2017 a Penza assieme ad altre quattro persone fermate a San Pietroburgo.
Condanne fino a 18 anni
Gli investigatori, scrive il Moscow Times, sostengono che volessero organizzare attacchi durante le presidenziali e i mondiali di calcio del 2018. Secondo l'Ong Memorial, i membri di Set sono invece dei "prigionieri politici". Dopo che il giudice ha letto la sentenza, i simpatizzanti del gruppo hanno gridato in aula "Libertà per i prigionieri politici". Dmitry Pchelintsev e Ilya Shakursky sono stati condannati a 18 e a 16 anni di reclusione perché accusati di aver creato il gruppo che i servizi di sicurezza russi ritengono una "organizzazione terroristica". Secondo gli investigatori, il gruppo Set sarebbe stato fondato con lo scopo di rovesciare il governo. Gli altri cinque imputati sono stati ritenuti colpevoli di far parte dell'organizzazione. Alcuni sono stati condannati anche per possesso illegale di armi ed esplosivi e tentativo di traffico di stupefacenti.
La denuncia di torture subite
La maggior parte dei membri di Set che sono stati arrestati hanno denunciato di essere stati torturati con gli elettrodi e picchiati per strappare loro delle confessioni. In una lettera aperta, i parenti degli imputati hanno definito le accuse "fabbricate" e hanno chiesto un giusto processo. "Si tratta di un verdetto mostruosamente severo, ma non ci aspettavamo nulla di diverso" ha detto l'attivista di Memorial, Oleg Orlov, all'agenzia France-Presse. Quasi 50.000 persone hanno firmato una petizione per chiedere la chiusura del caso.