In Russia non viene trovata l'intesa sul cessate il fuoco tra il capo del governo di unità nazionale e il comandante delle forze armate, che chiede tempo fino a domani. L'esercito di Haftar: "Non arretreremo di un solo passo". Conte in Turchia da Erdogan e poi in Egitto
"Sarraj ha firmato l'accordo" sulla tregua in Libia, "mentre Haftar ha chiesto tempo fino a domani mattina". Lo ha annunciato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov da Mosca dove oggi era in programma l'incontro fra Fayez al-Sarraj, capo del governo libico di unità nazionale, e Khalifa Haftar, comandante dell'esercito nazionale libico, per firmare un accordo sui termini del cessate il fuoco tra le loro truppe, entrato in vigore nella giornata di domenica 12 gennaio. L'intesa però rimane in bilico, anche perché prima dell'annuncio del ministro degli Esteri russo l'esercito di Haftar ha fatto sapere di non aver alcuna intenzione di ritirarsi.
L'ambasciatore libico: "Accordo equilibrato, ma Haftar non lo accetta"
Secondo Hafed Gaddur, ambasciatore libico presso l'Ue, "il documento messo a punto dalla Russia e dalla Turchia" sulla tregua in Libia "è buono e equilibrato e noi lo abbiamo firmato. Ma Haftar non accetta il testo" perché non vuole ritirare le truppe. "Ora Haftar - ha continuato Gaddur - ha preso tempo fino a domani mattina: se non firma tutto il mondo saprà chi non vuole la pace in Libia". Il documento, ha confermato Gaddur, è stato firmato da Fayez al-Sarraj e dal presidente dell'Alto Consiglio di Stato, Khaled al-Mishri. Mentre Haftar e il presidente del parlamento trasferito a Tobruk, Agila Saleh, hanno chiesto tempo fino a domani mattina e quindi sono rimasti a Mosca.
Ministro russo: "Haftar giudica positivamente bozza accordo"
"Spero che il maresciallo Haftar decida di firmare il documento", ha detto invece il ministro russo Lavrov al termine delle dichiarazioni alla stampa in cui ha illustrato la conclusione della "intensa" giornata di negoziati a Mosca. Lavrov ha spiegato che "è stato esaminato il documento che dovrebbe consentire di concretizzare le questioni sul regime del cessate il fuoco. Haftar giudica positivamente la bozza di accordo ma vuole più tempo per esaminarla".
L'esercito di Haftar: "Non arretreremo di un solo passo"
La tregua è ancora un interrogativo dato che le forze armate di Khalifa Haftar hanno annunciato che manterranno le posizioni conquistate vicino a Tripoli. "Abbiamo intenzione di liberare tutta la terra libica da milizie e gruppi terroristici", ha scritto il sedicente Esercito nazionale libico (Lna), in un comunicato citato dalla Tass, in cui si chiarisce: "Non arretreremo di un solo passo".
Mosca e Ankara premono per la tregua
Mosca e Ankara spingono per la tregua, che arriverebbe dopo oltre nove mesi di combattimenti alle porte della capitale libica Tripoli. Al Arabiya ha anticipato alcuni punti dell'accordo: stop all'invio di truppe turche in Libia, un cessate il fuoco sotto la supervisione della Russia e delle Nazioni Unite, il ritiro delle reciproche milizie nelle caserme e una soluzione politica.
Conte in Turchia per incontrare Erdogan
Intanto il presidente francese Macron chiede che il cessate il fuoco in Libia sia "credibile, durevole e verificabile". E anche il premier italiano Conte lavora al dossier: oggi è volato in Turchia per incontrare Erdogan e nel pomeriggio in Egitto, dove domani è atteso dal capo di Stato al-Sisi (CONTE: EUROPA SIA GARANTE). Da fonti Ue emerge che una missione di peacekeeping europea in Libia "non è da escludere", ma "per il momento "non è realistica", perché è "troppo presto". "Entro gennaio", invece dovrebbe tenersi la Conferenza di Berlino sul tema Libia.
Conferenza Berlino entro gennaio
In giornata è anche emerso che la conferenza sulla Libia a Berlino si terrà certamente nel mese di gennaio. "I preparativi per questa conferenza sono in corso, e questa dovrebbe tenersi in ogni caso a gennaio a Berlino", ha spiegato il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert. La data scelta dovrebbe tenere il 19 gennaio. Lo ha comunicato ufficiosamente la Germania ai Paesi partecipanti, tra cui l'Italia, secondo quanto riporta Ansa.
Il caos in Libia
Nei giorni scorsi Ankara ha schierato propri soldati a difesa del governo di al-Sarraj, mentre la Russia, nonostante le sue smentite, è fortemente sospettata di sostenere le truppe rivali del maresciallo Haftar con armi e mercenari. Il cessate il fuoco in Libia, richiesto da Russia e Turchia, è entrato in vigore alla mezzanotte di ieri, con il plauso di Unione Europea, Stati Uniti, Nazioni Unite e Lega Araba. La Libia, ricca di petrolio, è nel caos dall'autunno del 2011 quando fu rovesciato il regime di Gheddafi con una rivolta popolare, sostenuta da un intervento militare guidato da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti.