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Daphne Caruana Galizia, la famiglia presenta un esposto contro il premier maltese Muscat

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Nel documento, firmato anche dal marito della giornalista uccisa, si chiede che il primo ministro dimissionario eviti ulteriori intromissioni nelle indagini. Dubbi anche sulla posizione dell’ex capo di gabinetto Schembri

La famiglia di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese uccisa il 16 ottobre 2017 (LA STORIA), ha presentato un esposto per violazione della Costituzione contro il primo ministro dimissionario di Malta Joseph Muscat, chiedendo che desista da ulteriori intromissioni nelle indagini sull’omicidio della reporter e che sottoponga all’esame della Corte il suo coinvolgimento nel caso. L’esposto è firmato da Peter Caruana Galizia, avvocato e vedovo della vittima, e dagli altri tre legali della famiglia. Nel frattempo Muscat, che si dimetterà all'inizio del 2020, ha detto che resterà in carica solo per gli affari correnti.

I dubbi sulla posizione di Schembri

Secondo la famiglia di Caruana Galizia, diverse circostanze hanno inciso negativamente sulla possibilità effettiva di individuare i mandanti dell’omicidio della donna, le cui inchieste avevano coinvolto gli alti vertici della politica locale. Nell’esposto viene evidenziato infatti come Keith Schembri, ormai ex capo di gabinetto del governo Muscat, sia rimasto al suo posto “fino a pochi minuti prima dell’arresto” e in quella veste sia stato presente alle riunioni in cui i servizi di sicurezza (Mss) facevano rapporto sull'avanzamento delle indagini al premier. Schembri è stato accusato dall’imprenditore Yorgen Fenech, a sua volta arrestato e incriminato come mandante dell’omicidio della giornalista, di far parte del complotto che ha portato alla morte della reporter. L’ex capo di gabinetto di Muscat è anche sospettato di aver passato informazioni riservate a Fenech due giorni dopo il suo arresto, mentre l’imprenditore tentava la fuga in yacht prima di essere fermato. Secondo i Caruana Galizia tutto questo, oltre a ostacolare l’inchiesta, violerebbe anche la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Muscat: “Mio dovere sostenere questo peso”

Nel frattempo domenica, alla vigilia dell’esposto, il premier maltese ha annunciato in un messaggio televisivo al Paese che si dimetterà dopo l’elezione del nuovo leader del partito laburista, un procedimento che prenderà avvio il prossimo 12 gennaio. Lunedì Muscat ha specificato ai giornalisti che in queste settimane si “limiterà” alla gestione degli affari correnti e ha detto di ritenere “ovvia la percezione pubblica di mancanze” nello sviluppo delle indagini sul caso, risalente a più di due anni fa, ma aggiungendo di ritenere “mio dovere sostenere questo peso”.

Le indagini

Per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia sono stati arrestati a Malta, nel dicembre 2017, dieci uomini, di cui tre sono poi stati incriminati come esecutori materiali dell’uccisione. Si tratta dei fratelli George e Alfred Degiorgio e di Vincent Muscat, che si sono dichiarati non colpevoli davanti al giudice. Nel novembre del 2018 i media maltesi hanno fatto sapere che gli investigatori avevano identificato i mandanti dell’omicidio, senza però fornire ulteriori indicazioni su chi fossero. La svolta è arrivata a metà novembre di quest’anno, quando è stato arrestato il tassista-usuraio Melvin Theuma, sospettato di aver fatto da tramite tra il mandante e gli assassini della giornalista. Grazie a lui pochi giorni dopo, lo scorso 20 novembre, è stato arrestato anche l’imprenditore Yorgen Fenech, accusato formalmente di essere l’organizzatore e il finanziatore dell’assassinio. Fenech si è dichiarato non colpevole e ha a sua volta accusato Schembri di essere il vero ispiratore dell'omicidio. Quest'ultimo si è quindi dimesso da capo di gabinetto - insieme al ministro del Turismo Konrad Mizzi - ed è poi stato anche lui arrestato.

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