L'ex sindaco di New York ha presentato gli atti ma non è ancora certo che scenda in campo. Intanto ha annunciato di aver investito su 500mila elettori per convincersi a iscriversi negli Stati in cui Trump ha più chance di vittoria
L'ex sindaco di New York Michael Bloomberg compie un altro passo verso la candidatura alle primarie democratiche per le elezioni presidenziali americane del 2020. Lo riportano i media americani, tra cui la Cbs. Bloomberg ha depositato il cosiddetto 'statement of candidacy’ ma non è ancora sicuro che scenda in campo nella competizione per scegliere lo sfidante di Donald Trump.
La decisione di Bloomberg attesa nei prossimi giorni
I documenti depositati, infatti, consentono all'ex primo cittadino della Grande Mela di mantenere la porta aperta nel caso in cui dovesse sciogliere le riserve e candidarsi. Secondo indiscrezioni, la decisione di Bloomberg dovrebbe arrivare tra pochi giorni. Bloomberg aveva già presentato le carte per poter accedere alle primarie democratiche in alcuni stati, tra cui l'Alabama. Secondo indiscrezioni, Bloomberg salterà i primi quattro stati chiamati a votare - ovvero Iowa, New Hampshire, Nevada e South Carolina -, concentrandosi sul 3 marzo, il giorno del Super Tuesday, il super martedì in cui la maggior parte degli Stati americani sceglieranno i candidati alla presidenza.
L'investimento contro Trump
Lo stesso Bloomberg sta comunque lavorando dietro le quinte contro Trump. L'ex sindaco di New York ha spiegato su Twitter che intende spendere fra i 15 e i 20 milioni di dollari per spingere circa 500.000 elettori a registrarsi nei cinque stati chiave, quelli che potrebbero decidere le prossime elezioni. Puntando a far registrare elettori di gruppi non adeguatamente rappresentati e che di solito votano democratici, Bloomberg ha come obiettivo quello di indebolire le chance di rielezione di Trump negli stati di Arizona, Michigan, North Carolina, Texas e Wisconsin