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Attentato contro militari italiani in Iraq, l'Isis rivendica l'attacco

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A riportarlo è Site, il gruppo online americano che monitora le attività dell'estremismo islamico sul web. Il comunicato diffuso dall'agenzia di propaganda Amaq: "Feriti crociati e apostati". A Roma vertice in Procura, arrivata la prima informativa

L’Isis ha rivendicato l'attacco ai militari italiani in Iraq, che ha provocato il ferimento di cinque soldati, tre dei quali in modo grave. A riferirlo è il Site, il sito americano che si occupa di monitoraggio dell'estremismo islamico sul web. Tre dei cinque militari feriti sono in gravi condizioni ma nessuno è in pericolo di vita, come confermato dall'ambasciatore italiano a Baghdad Bruno Antonio Pasquino e dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Uno di loro avrebbe perso alcune dita di un piede, un altro avrebbe subito la parziale amputazione delle gambe e il terzo un'emorragia interna. "L'Italia non indietreggia e mai indietreggerà di un centimetro di fronte alla minaccia terroristica", scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dopo la rivendicazione. "Lo Stato italiano reagirà con tutta la sua forza di fronte a chi semina terrore e colpisce persone innocenti". Giovedì, 14 novembre, Di Maio sarà a Washington per la riunione della coalizione anti Isis.

Il comunicato della propaganda Isis: "Feriti crociati e apostati"

Nel comunicato della propaganda Isis, apparso sull'agenzia ufficiale dello Stato islamico Amaq, si legge che "con il favore di Dio, l'esercito del Califfato ha preso di mira un veicolo 4x4 che trasportava membri della coalizione internazionale crociata nella zona di Qarajai, a nord della zona di Kafri, con l'esplosione di un ordigno. Questo ha causato la distruzione del veicolo e il ferimento di 4 crociati e di 4 apostati". 

Vertice in Procura a Roma, consegnata la prima informativa

Intanto si è svolto in Procura, a Roma, un vertice tra magistrati e carabinieri del Ros in relazione all'attentato. Sul tavolo del pm Sergio Colaiocco è arrivata una prima informativa su quanto avvenuto. Una ricostruzione sulla quale gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo, anche per ragioni di sicurezza legate al fatto che nella zona dell'attentato, a circa cento chilometri da Kirkuk, sono tuttora presenti militari delle forze speciali italiane. I pm romani procedono per il reato di attentato con finalità di terrorismo.

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