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Iraq, sono 1.100 i militari italiani impegnati nella missione contro l’Isis

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I 5 soldati rimasti feriti nell’attentato di Kirkuk fanno parte della missione “Prima Parthica/Inherent Resolve” a cui partecipano 79 Paesi e 5 Organizzazioni internazionali. Il nostro Paese fornisce anche 305 mezzi terresti e 12 mezzi aerei

Sono 1.100 i militari italiani - tra cui i 5 rimasti feriti nell’attentato di Kirkuk - impegnati in Iraq nella missione della coalizione multinazionale “Prima Parthica/Inherent Resolve”. L’operazione della coalizione multinazionale ha l’obiettivo di colpire lo Stato Islamico in Siria e in Iraq: sono 79 i Paesi che partecipano e 5 le Organizzazioni internazionali. L’Italia, oltre ai militari, fornisce 305 mezzi terresti e 12 mezzi aerei.

Cosa prevede la missione

La missione prevede l'addestramento delle forze di sicurezza curde e irachene - con il personale italiano dislocato tra Erbil, nel Kurdistan iracheno, e Baghdad -, la ricognizione aerea con i droni e attività di rifornimento carburante in volo per i velivoli della coalizione. A Erbil opera il personale dell'Esercito nell'ambito del “Kurdistan Training Coordination Center”, il cui comando è attribuito alternativamente per un semestre all'Italia e alla Germania. A Baghdad e a Kirkuk sono invece impegnati gli uomini delle forze speciali, appartenenti a tutte le forze armate italiane, che hanno il compito specifico di addestrate i militari iracheni del “Counter Terrorism Service” (Cts) e le forze speciali e di sicurezza curde. Nella capitale irachena sono poi dislocati altri 90 militari nell'ambito della “Police task force Iraq”, che ha il compito di addestrare i poliziotti iracheni che devono operare nelle zone liberate dall'Isis.

Le forze aeree

Per quanto riguarda l'impegno dei mezzi aerei, 4 elicotteri da trasporto Nh90 sono schierati a Erbil mentre in Kuwait ci sono i Boeing Kc 767 A, gli Eurofighters e i Predator. A questi velivoli è affidato il compito di rifornimento in volo e sorveglianza del territorio.

Le risoluzioni dell’Onu

Le forze dei vari Paesi che aderiscono alla coalizione operano in base a due risoluzioni dell'Onu: la numero 2170 del 15 agosto 2014 e la numero 2178 del 27 settembre 2014, sulla base della richiesta di soccorso presentata il 20 settembre 2014 dal rappresentante permanente dell'Iraq presso l'Onu al Presidente del Consiglio di Sicurezza.

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