La mossa del miliardario ed ex sindaco di New York sembra preannunciare una discesa in campo alle elezioni presidenziali del prossimo anno. Il tycoon attacca: “Penso che in realtà danneggerà Biden. È diventato solo una nullità”
Il miliardario Michael Bloomberg strizza l’occhio alla Casa Bianca. L’ex sindaco di New York ha presentato la sua candidatura alle primarie dem in Alabama, con una mossa che sembra tenergli aperta la possibilità di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2020. Tuttavia, sottolinea il suo entourage, nessuna decisione è ancora stata presa. E l’attacco di Donald Trump non si è fatto attendere: “Spenderà un sacco di soldi ma il piccolo Michael fallirà". (COME FUNZIONANO LE PRIMARIE - BETO O'ROURKE RITIRA LA CANDIDATURA)
Bloomberg punterà tutto sul Super Tuesday
Se Bloomberg dovesse scendere in campo, spiegano i suoi consiglieri, probabilmente salterà i primi Stati dove in febbraio partono le primarie - come Iowa, New Hampshire, South Carolina, Nevada - e punterà tutto sul Super Tuesday del 3 marzo, tra California, Virginia e altri. Quel che è certo è che la figura dell’ex sindaco di New York cambierebbe la campagna elettorale, sia per i dem che per l’attuale presidente, il quale ha già cominciato a provocarlo affibbiandogli uno dei suoi nomignoli in vista di una possibile sfida tra tycoon newyorchesi. "Non c'è nessuno contro cui preferisca correre più del piccolo Michael - dice Trump - Non farà bene e penso che in realtà danneggerà Biden. È diventato solo una nullità, non ha il tocco magico per fare bene”.
Le reazioni dei democratici
Intanto in zona democratici ci si interroga su Bloomberg, pronto a correre perché vede indebolirsi la candidatura del moderato Joe Biden e resta convinto che le alternative Elizabeth Warren e Bernie Sanders siano troppo di sinistra, e quindi a rischio sconfitta contro Trump. Non a caso i primi a reagire sono i due senatori, che hanno proposto una tassa sui più ricchi e non sono amati a Wall Street. Sanders reagisce con un tweet: "La classe dei miliardari è spaventata e deve essere spaventata". Warren invece lo sfida apertamente: "Benvenuto nella gara Mike Bloomberg! Se stai cercando piani politici che facciano una grande differenza per la gente che lavora e che sono molto popolari, comincia da qui", twitta, postando un calcolatore con cui i miliardari possono calcolare quanto pagheranno con la sua wealth tax. Se Jeff Bezos, l'uomo più ricco del mondo (112 miliardi di dollari), pagherebbe 6,6 miliardi, Bloomberg, al quinto posto, pagherebbe 3 miliardi su una fortuna di 52. Silenzio invece da Biden, che sarebbe il più danneggiato dalla corsa del magnate.
I punti forti e i punti deboli di Bloomberg
Il miliardario, se decidesse di correre per la Casa Bianca, avrebbe alle spalle un impero economico che gli consentirebbe di far fronte ai costi della campagna e l'esperienza di tre mandati da sindaco di New York, dal 2002 al 2013. Tuttavia c’è il fattore dell’età - 77 anni - e un percorso politico che lo ha visto nascere democratico, passare con i repubblicani, diventare indipendente per poi tornare dai dem un anno fa: un passato che può non convincere la base dem, ma che è riscattato da consolidate posizioni progressiste sulle armi, sul clima e sui diritti civili. E che, in caso di nomination, potrebbe intercettare i voti di molti repubblicani e indipendenti.