Per il tribunale di Barcellona non ci furono atti di forza o minacce perché la ragazza, in "stato di incoscienza" sotto l’effetto di alcol e droghe, non avrebbe opposto resistenza. Molte associazioni dei diritti per le donne sono già scese in strada per protestare
In cinque erano accusati in Spagna di aver violentato a turno una ragazza di 14 anni: il tribunale di Barcellona ha ridotto per loro la pena, sostenendo che lo stupro non si sarebbe configurato perché la giovane si trovava in "stato di incoscienza". Caduto, quindi, il reato di stupro (per il quale i 5 sono stati assolti), è rimasta la condanna per abuso sessuale: i giudici hanno deciso pene tra i 10 e 12 anni di prigione, contro i 15-20 previsti per la violenza sessuale.
Non avrebbe opposto alcuna resistenza
La Corte suprema spagnola aveva già provato a ribaltare una simile decisione in seguito a diverse proteste popolari, ma oggi la sentenza del tribunale di Barcellona è stata chiara: c’è abuso sessuale ma non stupro. Quindi i cinque uomini coinvolti - due spagnoli, due cubani e un argentino - dovranno scontare una pena ridotta. La ragione sarebbe da trovarsi nel codice spagnolo, per cui il reato di stupro sussiste solo in presenza di uso della forza o minaccia. E dal momento che la ragazza si trovava in "stato di incoscienza" indotto da alcol e droghe, non avrebbe opposto alcuna resistenza: il che significa niente uso di forza o minacce.
Pene ridotte tra le proteste
Una revisione della norma che ha portato a questa sentenza è già in atto, anche a seguito di un’altra sentenza simile nel 2016. Ma ora il tribunale catalano ha condannato cinque dei sei imputati iniziali al processo a condanne tra i 10 e 12 anni di prigione, contro i 15-20 previsti per la violenza sessuale. Mentre il sesto è stato assolto per non aver commesso il fatto. La decisione ha già scatenato le proteste in tutta la Spagna da parte di diversi movimenti per la difesa dei diritti delle donne.
Il caso nel 2016
Il caso che ha portato al processo risale al 2016: la giovane si trovava a una festa in una fabbrica abbandonata a Manresa, cittadina al centro della Catalogna, quando, stordita da alcol e droghe, aveva seguito un ragazzo in un edificio appartato dove ad attenderla c’erano anche altri uomini. La ragazza, minorenne, a processo disse di essere stata drogata e di ricordare poco dell'accaduto, ma in un messaggio telefonico alla sua migliore amica si diceva certa di avere subito le violenze. Nel corso del processo è emerso anche che gli aggressori erano a conoscenza della minore età della ragazza e che la violenza, definita "estremamente intensa e denigrante", c’era stata.