I media britannici hanno diffuso alcuni stralci del rapporto che verrà pubblicato integralmente domani. Nel rogo morirono i giovani architetti veneti Gloria Trevisan e Marco Gottardi
Incuria nella manutenzione, norme di sicurezza carenti, pannelli infiammabili, ma anche pompieri "non preparati". Punta il dito anche contro i soccorritori il report sull'incendio della Grenfell Tower di Londra (COME ERA FATTO) del 14 giugno 2017 in cui morirono 72 persone tra le quali Gloria Trevisan e Marco Gottardi (LE PAROLE DEL PAPA'). Il documento di circa mille pagine, che sarà pubblicato integralmente il 30 ottobre, è stato anticipato da alcuni media britannici tra cui il Guardian.
Lentezza di intervento ed errori
Nel rapporto, redatto nell’ambito dell’richiesta condotta dall'ex giudice della Corte Suprema Moore-Bick, si riconosce "il coraggio" dei pompieri che intervennero per cercare di salvare gli inquilini. Ma si sottolineano anche la lentezza nella risposta del numero d'emergenza 999, gli errori e le decisioni discutibili prese durante l'operazione, la fatale indicazione di rimanere barricati negli appartamenti ("stay put") e l'insufficientemente addestramento mostrato per una situazione così estrema. Tutti elementi che, secondo il rapporto, avrebbero contribuito a rendere più pesante il bilancio dei morti.
Il rapporto sulla strage
Resta chiaro che "il motivo principale per cui le fiamme si sono propagate così velocemente" sono stati i pannelli fatti di alluminio composito e "lo scioglimento e sgocciolamento del polietilene che bruciava", si legge nelle mille pagine del rapporto. Però, secondo l'ex giudice della Corte Suprema ora in pensione, Moore-Bick, "la preparazione e pianificazione per affrontare un rogo come quello di Grefell" da parte della Lfb era molto inferiore a quanto ci si aspettasse e il personale non aveva la formazione adeguata per gestire un incidente su larga scala con un gran numero di chiamate. L'inchiesta punta dunque il dito contro i vertici della Lfb, accusati di "indifferenza" e di "mettere a rischio la stessa istituzione" per la loro incapacità di ammettere i propri errori e di imparare la lezione da quanto accaduto.