Grenfell Tower, parla papà di Marco: la sua storia vive attraverso noi

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Liliana Faccioli Pintozzi

Marco e Gloria persero la vita nell'incendio alla Grenfell Tower (Ansa)
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Un anno dopo il tragico incendio a Londra, i genitori di Marco Gottardi sono nella capitale britannica per presentare la favola "Il Cavaliere e la Principessa" dedicata e ispirata dal figlio e la fidanzata Gloria: raccontiamo ciò che è accaduto affinché non avvenga più

Tra poche ore sarà passato un anno; trecentosessantacinque giorni da quella terribile notte, la notte in cui per l'ultima volta parlarono con Marco e Gloria, la notte in cui dissero addio all'unico figlio. "Dovevamo scegliere, morire con loro, o farli vivere con noi e tramandare la loro storia, una storia bella nonostante tutto, una storia di amore e soddisfazioni" sorride con occhi tristi Giannino Gottardi, il padre del giovane architetto morto nell'incendio della Grenfell Tower, e spiega così l'attivismo di questi mesi, spiega così la favola scritta dalla moglie Daniela per raccontare la storia dei due giovani - con un lieto fine per "Il Cavaliere e la Principessa" in un posto "pieno di luci e colori, farfalle e libellule" -, spiega così la fondazione GrenfelLove creata per dare borse di studio a giovani studenti che proseguano il cammino interrotto dei due ragazzi. Tutto gestito da loro due, insieme a quaranta amici dei due giovani: "Il nostro obiettivo è parlare poco della tragedia in sé, ma raccontare sempre quello che è accaduto affinché venga ricordato come monito, affinché non accada più", ci racconta nella biblioteca dell'Istituto Italiano di Cultura di Londra, dove con Daniela sono venuti a presentare il volume, e soprattutto a leggere la favola di Marco e Gloria ai bimbi della comunità italiana. Un libro "a offerta libera", e il ricavato servirà a finanziare borse di studio per i ragazzi degli istituti dove avevano studiato i loro figli perduti, e dell'Università Iuav di Venezia specializzandi in salvaguardia del territorio e dell'ambiente, e in sicurezza degli edifici.

"Chiare responsabilità nella progettazione e costruzione dell’edificio"

Perché quello che è successo un anno fa, per Giannino, è evidente: "Che ci siano state responsabilità a livello di progettazione, costruzione e manutenzione dell'edificio è chiaro, così come a livello di soccorsi", scandisce sicuro. I rivestimenti che hanno aiutato la diffusione del fuoco; la ristrutturazione "estetica" ma al risparmio; l'assenza, o insufficienza, degli allarmi anti-incendio; e non solo. Solo pochi giorni fa un'esperta ascoltata dalla Commissione di Inchiesta voluta da Theresa May lo ha detto senza ombra di dubbio: l'ordine di restare negli appartamenti potrebbe essere stato fatale, in quella notte di fiamme, terrore, disperazione. "Abbiamo incontrato i responsabili delle indagini, ci sembrano indagini molto serie, molto determinate. Abbiamo molta fiducia sia in chi sta indagando, sia in chi dovrà alla fine dare un giudizio" ci dice, motivando così la decisione di rimanere un passo indietro - "a meno che non siano loro a chiamarci" - lasciando tutto nelle mani degli avvocati.

Una macchia indelebile sul governo May

Sono a Londra, i Gottardi, alla vigilia del primo anniversario di una strage che ha segnato la storia recente del Regno Unito con oltre 70 vittime e centinaia di sfollati, e sconvolto la loro, di storia. Non sono mai stati in pellegrinaggio sotto la Grenfell, racconto io a Giannino che sotto la Torre ci sono anche le foto di Marco e Gloria, perché la Comunità del quartiere non ha mai dimenticato i due giovani italiani, parte ormai di quella grande, triste, famiglia. Non ci sono mai stati, e neanche questa volta andranno. Ma l'affetto della città lo hanno sentito. Così come la vicinanza, sia pure indiretta, della Famiglia Reale - e non a caso il libro illustrato da Roberta Gattel è stato inviato anche ai piccoli principi, George Charlotte e Louis in primis. Diverso il discorso nei confronti del governo. Nel giorno in cui Theresa May dalle pagine del London Evening Standard fa mea culpa - "rimpiangerò sempre di non aver incontrato i sopravvissuti durante la mia prima visita" scrive il Primo Ministro, "la mia risposta iniziale non è stata abbastanza buona, ho dato loro l'impressione di non essere importanti" - Giannino Gottardi non ha dubbi: "Ho avvertito la vicinanza e la sensibilità degli investigatori; ho apprezzato la sensibilità della Corona; ma dall'esecutivo, neanche un gesto". Una macchia indelebile, per questo governo.

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