Hong Kong, attivista Joshua Wong bandito dalle elezioni: “Una censura”

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Per il governo, "non rispetta la Legge fondamentale e non è fedele alla regione autonoma". La replica del leader di Demosisto: "È la prova delle manipolazioni di Pechino". La governatrice Carrie Lam ribadisce la piena fiducia in Pechino

L’attivista pro-democrazia Joshua Wong non potrà candidarsi alle elezioni per il consiglio distrettuale di Hong Kong. Il motivo addotto dal governo è la mancanza di fedeltà alla costituzione della regione autonoma.

La decisione di Hong Kong

È lo stesso Wong, uno dei simboli delle proteste che stanno scuotendo l’ex colonia britannica, già volto della “Rivoluzione degli ombrelli” del 2014, a dare la notizia sul suo profilo Twitter. Il leader del partito Demosisto, lamenta l’ingiustizia della decisione presa dalla presidentessa del seggio. "Sono l'unico candidato a cui è stato vietato di correre alle elezioni dei Consigli Distrettuali di novembre", ha scritto il più noto attivista di Hong Kong. Il governo della regione autonoma spiega in una nota che "Il candidato non può rispettare i requisiti della legge elettorale, dal momento che sostenere o promuovere la ‘auto-determinazione’ è contrario al contenuto della dichiarazione che la legge richiede che un candidato faccia a sostegno della Legge Fondamentale", il riferimento è alla la mini-costituzione dell’ex colonia britannica, "e al giuramento di fedeltà alla Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong".

La reazione di Wong

Joshua Wong ha precisato in più occasioni di non essere un sostenitore della separazione dell'ex colonia britannica dalla Cina, ma le sue rassicurazioni non sono state sufficienti per la commissione elettorale. Sul suo profilo Twitter ha scritto. “La decisione di impedirmi di correre per le elezioni è chiaramente politica. Le cosiddette ‘ragioni’ sono giudizi soggettivi sulla mia intenzione di sovvertire la Legge Fondamentale. Ma tutti sanno che il vero motivo è la mia identità che per loro è un crimine”. In un altro post ha aggiunto "È la prova delle manipolazioni di Pechino". La Cina ha inoltre spesso accusato le potenze straniere di utilizzare il giovane leder di Demosisto per destabilizzare Hong Kong.

Carrie Lam: “Piena fiducia nella Cina”

La settimana scorsa il Financial Times ha parlato di una sua possibile sostituzione della governatrice Carrie Lam al vertice dell'ex colonia britannica nei prossimi mesi. La leader ribadisce di avere piena fiducia nel governo di Pechino. "Dall'inizio di questi disordini sociali fino a oggi, il governo centrale è stato di grande supporto e rimane fiducioso che io sia in grado di gestire la situazione e ponga fine alle violenze e riporti Hong Kong alla normalità il più presto possibile", ha dichiarato Lam.

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