Brexit, Johnson: "Attuiamola il 31 ottobre". Tusk: "Dovremo essere pronti a ogni scenario"

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Il premier britannico alla Camera dei Comuni ha chiesto di approvare in tre giorni il pacchetto delle leggi attuative dell'uscita del Regno Unito dall'Ue. Juncker: “Non è possibile che Parlamento Ue ratifichi l’intesa prima di Westminster”

Approvare in tre giorni il pacchetto delle leggi attuative dell'uscita del Regno Unito dall'Ue in modo da poter poi votare l'accordo raggiunto con Bruxelles sul divorzio prima di fine mese, in modo da "mettere ogni cosa a posto" dopo tanti rinvii, "di lasciare che la Brexit sia fatta il 31 ottobre e di andare avanti" (LE TAPPE). È l'invito lanciato alla Camera dei Comuni dal premier Boris Johnson (CHI È) nell'introdurre il cosiddetto Withdrawal Agreement Bill per il passaggio alla seconda lettura. Il premier britannico ha presentato l'accordo da lui raggiunto come "il più grande recupero di controllo" di sovranità "nella storia" britannica. "Io credo che approvando questo accordo e questa legislazione potremo voltare pagina e consentire a questo Parlamento e a questo Paese di sanare le divisioni e unirsi", ha detto il primo ministro Tory.

Tusk: "Pronti a ogni scenario"

“Noi dovremo essere pronti a qualsiasi scenario, ma una cosa deve essere chiara: non sarà mai una nostra decisione un recesso senza accordo”. Sono queste invece le parole di Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo. “La situazione è piuttosto complessa dopo gli eventi dello scorso fine settimana, sto consultando i capi di Stato e deciderò nei prossimi giorni. Tutto dipende da cosa deciderà il Parlamento britannico”, ha aggiunto alla plenaria del Parlamento europeo. In attesa che Westminster voti sull'accordo raggiunto con Bruxelles, l'Europa valuta una nuova proroga, già chiesta dal premier britannico (suo malgrado) a scopo cautelare ai 27.

Juncker: "Prima ratifica Londra, poi Bruxelles e Strasburgo"

A Strasburgo ha parlato anche Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea. “Mi dispiacerà sempre che il Regno Unito abbia deciso di lasciare l'Ue, ma possiamo guardarci negli occhi e dire che abbiamo fatto tutto il possibile per fare in modo che questo recesso fosse ordinato. Abbiamo fatto il possibile per preparare l'Ue a tutte le eventualità a prescindere da quello che succede dall'altro lato della Manica”, ha detto. Poi ha specificato: "Seguiamo molto da vicino gli eventi a Westminster e non è possibile o immaginabile che questo Parlamento ratifichi l'accordo prima della ratifica da parte di Westminster. Prima Londra e poi Bruxelles e Strasburgo”.

La Brexit impantanata a Westminster

Le parole di Tusk e Juncker arrivano il giorno dopo un’altra battaglia che si è consumata ieri nel Parlamento britannico, dove la Brexit è ancora impantanata. Il premier Boris Johnson ha cercato di ottenere il via libera per una nuova votazione ai Comuni sull'accordo raggiunto in extremis con Bruxelles la settimana scorsa, ma si è scontrato con il muro opposto dallo speaker John Bercow. Bercow ha negato la nuova votazione, bollando la mozione del governo come "ripetitiva e inammissibile" visto che la Camera si era già espressa sul deal in seduta straordinaria sabato e aveva avallato a maggioranza un emendamento per far slittare il voto finale a dopo l'approvazione del pacchetto di leggi tecniche attuative sull’uscita dall’Ue. Per il governo di Johnson si fa sempre più difficile garantire la promessa di portare il Regno Unito fuori dall'Ue, a ormai quasi tre anni e mezzo dal referendum del 2016, il 31 ottobre prossimo.

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