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Catalogna, presidente Torra: “Protesta sia pacifica”. Feriti e arresti dopo nuovi scontri

Mondo

Leader governo catalano: "Non ci sono giustificazioni per bruciare auto o altri atti di vandalismo”. Nella notte, ancora disordini in diverse città: 80 feriti e 33 fermati. A Barcellona cariche e lacrimogeni dalla polizia. Appelli alla calma da Puigdemont e Junqueras

"Non ci sono giustificazioni per bruciare le auto né per qualsiasi atto di vandalismo. La protesta deve sempre essere pacifica”. Quim Torra, presidente del governo catalano, alza la voce dopo i nuovi scontri (FOTO) che si sono registrati nella notte in diverse città della Catalogna, dove da giorni si protesta per la condanna al carcere dei leader indipendentisti (I MOTIVI). “Non possiamo permettere che un gruppo di infiltrati danneggino l'immagine dell'indipendentismo", ha aggiunto Torra. Ha attribuito, quindi, la responsabilità delle violenze a gruppi estranei (GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI).

Nella notte violenti scontri: feriti e arresti

Intanto, il bilancio della nuova notte di scontri in Catalogna parla di 80 persone ferite, tra cui 46 poliziotti. Gli agenti hanno arrestato 33 persone, alcune anche a Madrid. Gli scontri sono stati i più violenti da quando sono cominciate le proteste per i leader separatisti condannati. A Barcellona i manifestanti hanno eretto barricate in strada, dato fuoco ad alcune auto e lanciato oggetti contro la polizia, che ha risposto con cariche e lanci di lacrimogeni. Ma disordini si sono registrati anche in altre città. Stamattina, poi, alcuni dimostranti hanno bloccato numerose strade in tutta la Catalogna, inclusa l'autostrada verso la Francia. Per fare il punto sulla questione è prevista una riunione - a cui parteciperà anche il premier ad interim spagnolo Pedro Sanchez - con esperti del ministero dell'Interno e altri ministeri sulla sicurezza.

Gli appelli alla calma di Puigdemont e Junqueras

Appelli a non cedere alle violenze sono arrivati anche da Carles Puigdemont, ex presidente della Catalogna, e da Oriol Junqueras, ex numero due del governo catalano. "Non abbiamo bisogno della violenza per vincere, è lo Stato che ne ha bisogno per sconfiggerci. Mobilitazione e non violenza", ha scritto su Twitter Puigdemont. "Dobbiamo restare mobilitati ma respingendo la violenza da qualunque parte essa provenga", ha aggiunto Junqueras. Quest’ultimo è uno dei leader indipendentisti condannati per il tentativo di secessione dalla Spagna nel 2017: la Corte suprema spagnola ha deciso pene fino a 13 anni di carcere. Dopo la sentenza, sono scoppiate le violenze in diverse città catalane. Puigdemont, fuggito in Belgio dopo il tentativo di secessione, è ora oggetto di un mandato di arresto internazionale con l'accusa di “sedizione” e “appropriazione indebita”, le stesse accuse che hanno portato alla condanna degli altri leader.

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