Avvistato il singolare cucciolo nel parco assieme alla madre. Proprio come nella canzone di Mina. Si chiama "Tira" e i pallini sarebbero legati a una rara mutazione genetica. Ora si teme per l'animale, cercato da migliaia di turisti e più individuabile dai predatori
“È una grande novità!” cantava Mina immaginando una zebra a pois nel celebre brano un po’ nonsense del 1960. Oggi quella zebra è stata trovata sul serio, in Kenya. Nella riserva del Masai Mara pochi giorni fa la guida turistica e fotografo Antony Tira ha scattato alcune foto di un cucciolo di zebra, probabilmente maschio, accompagnato dalla madre, dal colore nero e con pois bianchi.
La rara mutazione genetica
Secondo le prime ipotesi degli esperti, il singolare motivo “disegnato” sul suo manto sarebbe legato a un problema di melanina. Una rara mutazione, dovuta a un gene recessivo, che ha reso la piccola Tira (così è stata battezzata) uno degli animali più ricercati dagli amanti del safari. Non è escluso, raccontano esperti della fauna selvatica africana, che in passato altri cuccioli abbiano mostrato anomalie simili ma il più delle volte non sono sembra siano riusciti a superare i sei mesi di vita. In ogni caso, gli scienziati continuano a interrogarsi sulla funzione delle strisce nelle zebre, che si creda possa essere collegata a una evoluzione per tenere lontane le indesiderate mosche cavalline e i tafani (ECCO PERCHÉ LE ZEBRE HANNO LE STRISCE). Se per i pois è il primo avvistamento, una zebra color marrone venne già immortalata qualche anno fa in Botswana, nelle Vumbura Plains. Un video di quella che sembrerebbe Tira allattata dalla madre è stato pubblicato ieri sul canale Youtube di Caters Clips realizzato da Rahul Sachdev.
I rischi della popolarità per Tira
È così diventata in poco tempo la preferita dai turisti che con decine di jeep - racconta il Daily Nation – sono accorsi in massa nella zona dell'avvistamento. Secondo il network africano sono "centinaia le auto turistiche che si sono avvicinate all'animale, probabilmente spaventato". In questo momento nelle riserve africane sono infatti presenti viaggiatori provenienti da tutto il mondo accorsi nel Masai Mara per osservare la migrazione degli gnu. La scoperta di Tira e la successiva notizia ben presto diventata virale ha già fatto scattare da parte di alcune associazioni che operano in Kenya un appello a una protezione immediata dell'animale. Di fatto, una doppia protezione, sia da parte dei turisti accorsi in massa per vederla, che potrebbero spaventarla, sia da parte dei predatori che potrebbero individuarla più facilmente.