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Brasile, nuova operazione per Bolsonaro: salterà il summit sugli incendi in Amazzonia

Mondo

Un'operazione all'ernia impedirà al leader brasiliano di partecipare al vertice: "Parteciperò alla prossima assemblea Onu anche da una sedia a rotelle se necessario”. L'Amazzonia intanto continua a bruciare con circa 30 mila incendi solo ad agosto

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro salterà il summit regionale sugli incendi che stanno devastando l'Amazzonia. Lo ha reso noto il portavoce Otavio Rego Barros. Il motivo del forfait è un ordine del dottore in vista dell'intervento chirurgico al quale il leader del paese deve sottoporsi la prossima settimana. Il Brasile potrebbe inviare un rappresentante al posto di Bolsonaro o chiedere di rinviare il vertice.

“Difenderei la mia posizione anche da una sedia a rotelle”

Bolsonaro sarà sottoposto ad un intervento chirurgico domenica prossima a San Paolo per correggere un'ernia collegata alla ferita riportata il 6 settembre del 2018 quando venne accoltellato durante la campagna elettorale. È la quarta operazione dall'incidente e avrà bisogno di 10 giorni di stop dagli impegni presidenziali. Bolsonaro aveva detto che avrebbe difeso “con patriottismo” la sua politica sull'Amazzonia “anche da una sedia a rotelle se necessario” alla prossima Assemblea Generale dell'Onu. Al Brasile viene tradizionalmente riservato il primo discorso dell'Assemblea in calendario il 24 settembre a New York. Non sono mancate le dure parole del presidente brasiliano per i leader di Francia e Germania, da lui accusati di mentalità colonialista dopo l'offerta di aiuti da 20 milioni di dollari concordata al G7 per combattere gli incendi in Amazzonia. Bolsonaro ha insistito sul fatto che non accetterà “la carità di nessun paese”: a detta del leader brasiliano la conservazione di un’Amazzonia, sempre più divisa in lotti e svenduta, è solo un pretesto.

La devastazione della foresta pluviale

Solo ad agosto ci sono stati 30.901 incendi nella regione brasiliana dell’Amazzonia, un numero così alto per questo mese non si registrava dal 2010, come riferisce l’Istituto Nazionale di Ricerca Spaziale del paese. I roghi mettono a rischio la sopravvivenza delle popolazioni indigene, che rappresentano circa il 14% del territorio brasiliano. Il numero e la portata degli incendi ha attirato molte critiche della comunità internazionale verso la gestione dell’emergenza da parte del governo brasiliano e sembra abbia danneggiato la popolarità di Bolsonaro. Le statistiche di Datafolha hanno riportato ieri un calo dei consensi, sceso al 29% della popolazione. L’istituto riporta anche un aumento dei brasiliani in disaccordo con il governo: 38%, mai così tanti dall’insediamento del presidente il primo gennaio.

Responsabilità dei roghi e soluzioni sul tavolo

La maggior parte degli incendi in Amazzonia ha origine dolosa (PERCHE' L'AMAZZONIA BRUCIA). Le principali accuse sono rivolte ai latifondisti che approfittano degli incendi per acquisire nuove aree coltivabili. Progetti di legge che avrebbero potuto rafforzare la protezione dell’immensa regoine e arrestare la deforestazione illegale sono rimasti bloccati al Congresso di Brasilia, che nei primi otto mesi dell'anno ha dato priorità alle agende economiche e di sicurezza, come sostiene il quotidiano Folha de S.Paulo. La questione della distruzione della foresta tropicale ha acquisito slancio nelle ultime settimane, poiché i dati dell'Istituto nazionale per le ricerche spaziali (Inpe) ha mostrato un aumento dei focolai di incendio in Amazzonia, spingendo i capi di Stato di altri Paesi a criticare la politica ambientale del governo di Jair Bolsonaro. Il presidente brasiliano, a sua volta, inizialmente ha attribuito la crisi all'azione delle ong, senza tuttavia fornire prove. Il settore agricolo teme invece che l'emergenza roghi porterà a sanzioni o al boicottaggio dei prodotti domestici. Tra le proposte parlamentari analizzate da Folha ci sono progetti che aumenterebbero la punizione per coloro che fossero trovati in flagrante distruggendo foreste e che prevedevano la reclusione fino a quattro anni, oltre al pagamento di multe a carico di chi abbia causato incendi di vegetazione nativa.

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