Vendite sospette di proprietà e alcuni nomi non chiari nei documenti ritrovati nella casa di Detroit della cantante. Imposta anche la supervisione del tribunale all'amministratore dei beni
Dettagli poco chiari hanno convinto un giudice del Michigan a disporre una perizia calligrafica sui tre testamenti manoscritti trovati tra i cuscini di un divano nella casa di Aretha Franklin a Detroit. Il magistrato ha imposto anche la supervisione del tribunale all'amministratore dei beni della cantante, scomparsa nel 2018 a 76 anni per un cancro. A risultare sospettosa è una discussa vendita delle proprietà dell'artista.
Gli eredi della cantante
Un documento scritto a mano del 2014 sanciva, apparentemente, l'affidamento della gestione del patrimonio - che potrebbe valere milioni di dollari - al figlio Kecalf Franklin, ma secondo il tribunale non ci sarebbe nessun motivo di credere che l'uomo abbia la capacità di amministrarlo. Dopo la morte di Aretha Franklin gli eredi si erano accordati di lasciare tutto nelle mani di una nipote, Sabrina Owens, amministratrice di una università. Lei e Theodore White II, figlio di primo letto della cantante erano anche beneficiari di parte dell'eredità secondo un testamento del 2010, ma non compaiono più in quello del 2014.