Il presidente Usa: "Se non sono contente di stare qui, possono andarsene". La risposta: "Questi attacchi sono l'agenda dei nazionalisti bianchi". Critiche al tycoon da Pelosi, May, Trudeau e anche da alcuni senatori repubblicani
Bufera su Donald Trump dopo una serie di tweet offensivi contro le deputate Dem. "Se non sono contente di stare qui, possono andarsene", ha scritto il presidente Usa contro la deputata Alexandria Ocasio-Cortez (CHI E') e altre tre colleghe progressiste. "Queste sono persone, a mio avviso, che odiano l'America", ha aggiunto. "Siamo più di quattro, la nostra squadra è grande e include ogni persona che vuole costruire una società più equa e un mondo più giusto. Non staremo zitte": Ayanna Presskey è stata la prima delle quattro deputate dem progressiste e di colore a rispondere in una conferenza stampa ai tweet di Trump contro di loro. "Gli attacchi razzisti di Trump sono l’agenda dei nazionalisti bianchi", le ha fatto eco la collega Ilhan Omar, parlando con indosso il copricapo musulmano.
I tweet di Trump
Dopo aver sollecitato - senza mai nominarle - le parlamentari di sinistra a tornare "nei posti corrotti e infestati dal crimine da cui sono venute", ignorando che tre di loro sono nate negli Usa, il presidente chiede via Twitter che si scusino con il Paese, con Israele e anche con lui per il loro "linguaggio ripugnante" e "l'odio razzista vomitato dalle bocche e dalle azioni di quelle deputate molto impopolari e non rappresentative". Il tycoon assicura di non essere "preoccupato se ci sono persone che pensano che i miei tweet siano razzisti".
La risposta delle deputate Dem
Le quattro deputate Dem nel mirino del presidente non sono rimaste in silenzio. "Questo Paese appartiene a tutti, noi amiamo questo paese e la gente di questo paese", ha detto in conferenza stampa Ocasio-Cortez, una delle quattro deputate dem attaccate da Trump. La parlamentare ha accusato il presidente di agire "in totale cattiva fede" e di "contestare la nostra lealtà al Paese solo perchè non sa come contestare le nostre denunce e le nostre proposte per un Paese migliore". Un Paese, ha aggiunto la collega Ilhan Omar, "dove tutti possano avere accesso alla sanità, all'istruzione, all'acqua e all'energia pulita", accusando il tycoon di "ipocrisia". "Non ci faremo distrarre dal disprezzo della Costituzione di questo presidente", ha aggiunto la deputata Rashida Tlaib.
La condanna di Pelosi, May e Trudeau
I Dem si schierano compatti a difesa di Ocasio-Cortez e delle altre tre colleghe finite nel mirino: dai candidati presidenziali alla speaker della Camera Nancy Pelosi, che annuncia una risoluzione di condanna contro gli "attacchi disgustosi" di Trump. Attacchi "totalmente inaccettabili" anche per la premier britannica Theresa May. Anche il premier canadese Justin Trudeau critica Trump, senza nominarlo, per i suoi tweet razzisti. "La diversità del nostro Paese - dice Trudeau - è una delle nostre forze più grandi e una fonte di forza e di orgoglio incredibile per i canadesi, e noi continueremo a difenderla".
Critiche anche dai repubblicani
Il presidente americano non convince anche diversi senatori repubblicani. "Il tweet del presidente in cui diceva che le deputate del Congresso dovrebbero tornare 'da dove vengono' era totalmente inappropriato e dovrebbe essere rimosso", sostiene la senatrice moderata Susan Collins, prima esponente repubblicana di rango a criticare Trump. Alla senatrice Susan Collins si sono aggiunti i colleghi Lisa Murkovski, Pat Toomey, Tim Scott (unico senatore nero del Gran Old Party), e i deputati William Ballard Hurd (unico deputato afroamericano dello stesso partito). "Non c'e' alcuna scusa per i perfidi commenti del presidente, sono assolutamente inaccettabili e questo deve finire", twitta Lisa Murkowski. "Il presidente è intervenuto con attacchi personali inaccettabili e un linguaggio offensivo sul piano razziale", scrive Scott sul social media. Silenzio invece dai vertici del partito.