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Papa Francesco: l'Europa chiude i porti alle persone ma li apre alle armi

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Il Pontefice parla dalla Riunone delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali: "L'ira di Dio si scatenerà contro chi vende armi. Questa ipocrisia è un peccato". Salvini: "Noi salviamo vite"

"Gridano le persone in fuga ammassate sulle navi, in cerca di speranza, non sapendo quali porti potranno accoglierli, nell'Europa che però apre i porti alle imbarcazioni che devono caricare sofisticati e costosi armamenti, capaci di produrre devastazioni che non risparmiano nemmeno i bambini". Sono queste le parole di Papa Francesco alla Riunione di Opere di Aiuto alle Chiese Orientali (Roaco). "Siamo qui consapevoli che il grido di Abele sale fino a Dio", ha detto il pontefice.

Il Pontefice: "L'ira di Dio si scatenerà contro i Paesi che vendono armi"

"Tante volte penso all'ira di Dio che si scatenerà contro i responsabili dei Paesi che parlano di pace e vendono le armi per fare le guerre. Questa ipocrisia è un peccato", ha aggiunto. "Se sono insensibili i cuori degli uomini, non lo è quello di Dio, ferito dall'odio e dalla violenza che si può scatenare tra le sue creature, sempre capace di commuoversi e prendersi cura di loro con la tenerezza e la forza di un padre che protegge e che guida". Papa Francesco ha poi annunciato la sua visita in Iraq il prossimo anno.

La risposta di Salvini: "Stiamo salvando vite"

Al Santo Padre, che ha chiesto di salvare vite, ha risposto subito il ministro dell'Interno Matteo Salvini, nella conferenza stampa da via Bellerio indetta per commentare i risultati dei ballottaggi: "Noi oggi stiamo facendo proprio questo. Sono stati registrati circa duemila arrivi contro 14 mila dell'anno scorso. E contro 15 mila morti e dispersi fra il 2015 e il 2019 abbiamo dati di due corpi recuperati e 500 dichiarati dispersi".

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