In 27 milioni alle urne per eleggere i membri dell’Assemblea Nazionale, delle assemblee provinciali e un nuovo presidente. Il favorito è l'uscente Cyril Ramaphosa, leader del partito African national congress
Sudafrica alle urne mercoledì 8 maggio, per eleggere i membri dell’Assemblea nazionale, delle assemblee provinciali e un nuovo presidente. L’uscente Cyril Ramaphosa punta a essere riconfermato, ma c’è attesa sul consesnso che riuscirà a raccogliere il suo partito, l’African national congress (Anc). Sono le seste elezioni dopo l’abolizione del regime di segregazione razziale dell’apartheid. In 27 milioni sono chiamati alle urne: aperte alle 7, chiuderanno alle 21. Per le prime informazioni bisognerà aspettare domani, mentre i risultati ufficiali sono attesi per sabato.
La leadership di Ramaphosa messa alla prova
Per i sondaggi l’Anc otterrà più del 50% dei voti, ma Ramaphosa dovrà avvicinarsi il più possibile al 62% di cinque anni fa per mantenere salda la sua leadership. I voti restanti se li divideranno una quarantina di altri partiti, nessuno delle proporzioni dell’Anc. I consensi si tradurranno in seggi dell’Assemblea, che a sua volta eleggerà presidente il capolista del partito vincitore. Salvo sorprese sarà dunque riconfermato Cyril Ramaphosa che nella sua campagna elettorale, come ricorda il sito dell'Ispi, l'Istituto per gli studi di politica internazionale, ha promesso di rinnovare il partito alla guida del Paese fin dalla caduta dell'apartheid, di rilanciare la crescita in quella che è la più avanzata economia del continente africano e di ridurre le disuguaglianze.
Per cosa si vota
Oltre che per scegliere il presidente, si vota per rinnovare l’Assemblea Nazionale, il principale organo legislativo, che è formata da 400 membri ed è eletta per 5 anni con voto diretto e sistema proporzionale di lista bloccata. Il National Council of Provinces (Ncop), eletto con voto indiretto, è invece un altro ramo del Parlamento, che rappresenta i governi delle nove province in cui è diviso il Sudafrica. Le assemblee provinciali sono composte da 30 a 80 membri.
Le opposizioni
La principale forza d'opposizione è la "Democratic Alliance" (Da), guidata da Mmusi Maimane: è espressione soprattutto delle minoranze etniche, tra cui quella bianca, e il sito del Council on foreign relations la dà al 23%. Mentre gli Economic Freedom Fighters (Eff) di sinistra, dell'ex-Anc Julius Malema, potrebbero crescere a circa l'11%.
Dagli scandali alla riforma agraria
L'Anc potrebbe pagare alle urne gli scandali di corruzione degli ultimi anni, che nel 2017 hanno portato alle dimissioni del presidente Jacob Zuma, e un livello di disoccupazione che ha ormai raggiunto il 27%. Una delle soluzioni proposte è la riforma agraria, un programma di espropri terrieri senza indennizzo, a discapito di proprietari bianchi. C’è bisogno però di una maggioranza del 67% per cambiare la Costituzione, una cifra che - secondo gli esperti - difficilmente riuscirà a raggiungere l’Anc, che in tal caso dovrà chiedere aiuto proprio agli Economic Freedom di Malema.