Brunei, sospesa pena di morte per omosessuali: marcia indietro del sultano dopo critiche

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Bolkiah ha esteso la moratoria che prevede di non mettere in atto la pena capitale anche nel caso di condanne contro omosessuali. Numerose erano state le critiche internazionali dopo l'introduzione del nuovo codice penale basato sulla sharia

Stop nel Brunei all'applicazione della pena di morte nei confronti delle persone omosessuali. Lo ha deciso il sultano Hassanal Bolkiah, dopo che l'introduzione del nuovo codice penale all'inizio dello scorso aprile, aveva provocato proteste internazionali. La sospensione è stata annunciata dallo stesso sultano in un discorso per l'inizio del Ramadan.

Estesa la moratoria

Bolkiah ha esteso la moratoria già esistente da due decenni, che prevede di non mettere in atto la pena capitale, anche nel caso di condanne contro omosessuali. Un mese fa, erano entrate in vigore leggi penali più rigide nel Brunei, tra queste la pena capitale nei confronti di gay con la lapidazione. Base di questa normativa sarebbe la sharia islamica. Il sultano ha tuttavia voluto ancora difendere le nuove norme affermando che il loro "merito" apparirà chiaro in seguito. L'omosessualità era già illegale, con pene fino a 10 anni di carcere nel piccolo Stato del Sud-Est asiatico, dove i musulmani sono circa i due terzi della popolazione di 420.000 persone.

Gli appelli di Amnesty e George Clooney

Numerose erano state le critiche per il Brunei. Amnesty International aveva chiesto di "fermare immediatamente" l'attuazione delle nuove sanzioni, definite "profondamente sbagliate". Alcune delle fattispecie, secondo l'ong internazionale, "non dovrebbero nemmeno essere considerati reati, compresi i rapporti consensuali tra adulti dello stesso sesso". Anche l'attore americano George Clooney e il cantante Elton John avevano lanciato un appello al boicottaggio degli alberghi di proprietà del sultano, uno dei monarchi più ricchi del mondo.

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